Presentato a Palazzo comunale il Piano per la prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo del gioco d'azzardo della Zona Sociale n. 9.
E’ stato presentato a Palazzo comunale il Piano per la prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo del gioco d’azzardo della Zona Sociale n. 9.
All’incontro con i giornalisti hanno partecipato l’assessora Luigina Renzi, la dott.ssa Angela Bravi della Regione Umbria, coordinatrice del Piano regionale per la prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo del gioco d’azzardo, il sindaco del Comune di Giano dell’Umbria e presidente di Federsanità ANCI Umbria, avvocato Manuel Petruccioli, Daniele Benedetti, coordinatore di progetto di Federsanità ANCI Umbria, la dottoressa Simonetta Antinarelli, direttore Distretto di Spoleto USL 2 Umbria e la dott.ssa Lucia Coco, Servizio per le dipendenze ASL 2 Umbria
“I dati sono sconvolgenti, molto allarmanti soprattutto dopo la pandemia – è stato l’intervento di Manuel Petruccioli – Il problema non riguarda più una determinata fascia di età, ma va dai ragazzi alle persone anziane. Sta a noi prevenire, informare e, ove necessario, curare le persone affette da questa patologia”.
“Dobbiamo fare attenzione anche alla terminologia che si usa – ha aggiunto l’assessora Luigina Renzi – non si tratta di ludopatia, perché non c’è niente di ludico. Si tratta di una vera e propria patologia e va chiamata azzardopatia”.
“C’è un’attenzione forte su questo problema – ha spiegato la dottoressa Bravi della Regione Umbria – In Italia nel 2021 sono stati praticati giochi di azzardo leciti per un valore di 111 miliardi di euro e più del 60% finiscono nel gioco online. Questo comporta la necessità di articolare in maniera diversificata gli interventi che impostiamo.
Gli umbri – ha aggiunto – hanno giocato per un valore complessivo di 629 milioni di euro. Primissimo segnale positivo è il fatto che sono livelli più bassi rispetto al 2019, inoltre dal 2017 registriamo un calo sia del numero degli esercizi per il gioco d’azzardo lecito, sia relativamente al numero degli apparecchi utilizzati. È aumentato anche il numero delle persone affette che si sono rivolte ai servizi e questo aspetto è senza dubbio un bene. Per quanto riguarda invece la Zona Sociale n. 9 ci troviamo al di sotto della media regionale come dato economico”.
“Sono principalmente due le valenze importanti – ha dichiarato Daniele Benedetti, responsabile del progetto – poter erogare le risorse prima che le attività partano e aver coinvolto in maniera integrata i soggetti che operano in questo ambito, un banco di prova non solo per affrontare adeguatamente i problemi legati a questa patologia, ma più in generale come modus operandi valido anche per altre attività.
In questo quadro è importantissimo che la rete sia il più diffusa possibile, anche per riuscire ad aiutare le persone in maniera preventiva”.
“Questa è una giornata importante perché viene sancita questa sinergia tra la parte sanitaria e quella sociale – sono state le parole della dottoressa Coco della Usl Umbria 2 – Parliamo di un fenomeno complesso, che ha un grande impatto sui nuclei familiari. Per la parte sanitaria questo territorio ha un centro specifico per il trattamento per questo disturbo e le persone arrivano da Foligno, Valnerina e Spoleto. Cerchiamo di fare una prima fase di valutazione molto accurata, avendo la capacità di intercettare chi gioca e quale tipologia di giocatore c’è dietro per capire il tipo di trattamento da applicare. Proponiamo anche dei gruppi di informazione, per parlare del gioco d’azzardo sotto diversi punti di vista”.