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“Giochi di prestigio” in Regione | Bilancio sotto accusa | Verso il commissariamento?

Alessia Chiriatti

“Giochi di prestigio” in Regione | Bilancio sotto accusa | Verso il commissariamento?

Liberati e Carbonari (M5S) attaccano Marini, Procura e Corte dei Conti | La lettera al Presidente della Repubblica
Gio, 16/07/2015 - 08:28

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Maria Grazia Carbonari e Andrea Liberati, i neoeletti consiglieri regionali umbri per il Movimento 5 Stelle, lo hanno detto chiaramente questa mattina a Palazzo Cesaroni: quanto emerso dai conti dell’amministrazione regionale uscente è “una grave, sistematica e persistente violazione delle leggi di Bilancio“. Il riferimento è a quanto espresso nel faldone della Corte dei Conti del rendiconto  sulla Regione Umbria per il bilancio 2014. La stessa Corte che, con le opportune riserve, aveva parlato dell’Umbria come una delle regioni più virtuose d’Italia.

Corte dei Conti, Umbria sana, ma “troppi dirigenti e affitti”

Carbonari aveva già espresso le sue riserve, un giorno prima della presentazione della relazione del Presidente Sfrecola, durante la prima seduta di insediamento del nuovo Consiglio Regionale. Ad oggi la denuncia, seppur sia stata fatta solo a mezzo stampa (tramite la conferenza di ieri mattina) e non tramite gli uffici competenti (potendo ogni qualunque cittadino adire alla stessa Corte dei Conti), rimbomba negli uffici di Palazzo Donini, tanto che è arrivata immediata, già prima dello svolgimento dell’incontro con i pentastellati, una nota della Regione, pronta a smentire quanto Liberati avrebbe dichiarato. Le accuse sono state infatti rimandate al mittente, indicando che la Regione “ha sempre rispettato il Patto di stabilità interno; ha sempre utilizzato la propria capacità di indebitamento al di sotto del limite consentito dalla legge; non ha mai acceso anticipazioni di tesoreria; non è stata mai sottoposta ai piani di rientro in sanità; non è stata mai destinataria di segnalazioni della Corte dei Conti, nei suoi referti annuali, circa situazioni di squilibri di bilancio; presenta una situazione di tesoreria priva di criticità, la Regione non ha mai attivato l’anticipazione di tesoreria e non esistono pignoramenti non regolarizzati; la consistenza della liquidità ed il correlato andamento dei flussi di cassa costituiscono il principale sintomo di solidità del bilancio regionale.

Nell’occhio del ciclone finiscono dunque le spese di rappresentanza, il patrimonio immobiliare della Regione, le locazioni passive, il ricorso “ingiustificato” a incarichi esterni, i bilanci delle società partecipate “che mancano all’appello. L’ATER – precisano – non ha consegnato i dati di bilancio neppure del 2013. Siamo quindi di fronte a crediti non effettivi e patrimonio sopravvalutati“. E ancora: “in questa regione, chi vince i bandi poi non prende i soldi perchè non c’è disponilità finanziaria”.

Giochi di prestigio – In Umbria – ha detto dunque Liberati – accadono cose non normali, quasi paranormali, visto che le inadempienze della Giunta si susseguono da cinque anni con grande mancanza di rispetto“. Il capogruppo del M5S ha descritto quanto avvenuto nelle ultime legislature come “giochi di prestigio continui che si ripetono dentro la Regione“, denunciando poi “una serie di scadenze non rispettate. Le inadempienze in materia di bilancio della Giunta nei confronti dell’Assemblea legislativa vanno avanti da almeno cinque anni” denunciano. “L’Esecutivo non presenta i documenti in tempo, e documenti fondamentali come l’assestamento di bilancio e il rendiconto arrivano in Consiglio dopo mesi e mesi. Tutto questo costituisce una grave violazione di legge. Che unita al fatto che non è rispettato l’obbligo del pareggio di bilancio (nel 2014 ci sono oltre 16 milioni di euro di disavanzo) ci porta a chiedere lo scioglimento della Regione”. Per questo il capogruppo Liberati ha chiesto alla presidente dell’Assemblea legislativa, Donatella Porzi, “di convocare quanto prima il Consiglio per discutere di questi argomenti e di ingiungere alla Giunta regionale di consegnare con urgenza i documenti mancanti all’Aula. Vogliamo capire se l’immoralità ha colpito l’Umbria. Per questo avvieremo un’iniziativa congiunta con i colleghi della Toscana del Movimento 5 Stelle per attivare l’attenzione della magistratura sulle spese dei gruppi regionali, gli unici in Italia sui quali non si è indagato”. In particolare quella del 15 aprile in merito “ai residui passivi”, del 30 aprile “sui rendiconti delle aziende della Regione” e “sulla trasmissione al Consiglio regionale del rendiconto”, del 30 giugno “non essendo stato nè presentato al Consiglio nè predisposto il documento di assestamento di Bilancio”. “Viste tutte queste inadempienze”, secondo Liberati “non sarà rispettata neanche la scadenza del 31 luglio, quella del rendiconto generale”.

Parleremo con i magistrati contabili che hanno consegnato la parifica del rendiconto 2014 – ha spiegato Maria Grazia Carbonari – poiché alla luce delle premesse della relazione della Corte dei Conti stessa la situazione ci sembra quasi paradossale. Non capiamo come sia possibile parificare un bilancio quando si dice che non c’è certezza dei crediti, il patrimonio è sopravvalutato, i costi sono aumentati, ci sono delle gravi irregolarità riscontrate, documenti mancanti, mancato accesso alle banche dati, mancato riscontro da parte del collegio dei revisori di documentazione. Alla luce di questa premessa pensavo che non si concedesse la parifica. Per questo chiederò alla Corte dei Conti di illustrami le modalità sulle cui basi viene concessa la parifica”.

Dunque Liberati e Carbonari riferiscono di “una cappa politico-giudiziaria”, facendo riferimento a “un capogruppo indagato che va a cena con un un procuratore” (andando nel ternano) e al fatto che in Umbria “non c’è stato magistrato che abbia indagato sul comportamento della Regione. Vogliamo capire se le mutande pazze (il riferimento è alle spese ingiustificate di altri consiglieri italiani, ndr) hanno colpito anche questa Regione”.

“Una sala da the” – Sono infine arrivate anche le richieste alla nuova presidente del Consiglio regionale Donatella Porzi. Parlando della prima riunione dei capigruppo in Regione, Liberati l’ha descritta come “una sala da the, dove si è parlato di ferie e non dei problemi della macchina regionale. Prima di parlare di ferie, senza contare che bisognerebbe meritarsele – ha detto -, sarebbe necessario convocare immediatamente l’Assemblea legislativa perchè quanto prima vanno acquisiti questi documenti“. L’auspicio del Movimento 5 Stelle è quello di “tornare in una cornice legalitaria applicando sanzioni ed arrivare se necessario anche allo scioglimento dell’Assemblea legislativa dell’Umbria“.

Come risolvere la questione, allora? I rappresentanti del Movimento 5 Stelle hanno annunciato che il gruppo consiliare farà prossimamente “una missiva al presidente della Repubblica e al Governo, con l’auspicata attivazione delle misure per il commissariamento della Giunta. Ognuno deve fare il suo mestiere – continuano – non andremo noi dal Csm”.

Si rende forse opportuno fare opportuni approfondimenti rispetto alle norme della Costituzione. Il richiamo del consigliere Liberati all’art.126 della Costituzione risulta infatti davvero fuori luogo o meglio completamente inconferente giacché, si ritiene da parte degli Uffici regionali del Bilancio, l’istituto dello scioglimento sanzionatorio di un Consiglio regionale per “gravi violazioni di legge”, come ha avuto modo di precisare la Conferenza delle Regioni  “è previsto dall’ordinamento in un’ottica di straordinarietà estrema, quale rimedio da utilizzare a tutela dell’unità giuridica della Nazione ed è destinata a sanzionare comportamenti gravissimi e intenzionali degli organi regionali per fatti altrettanto gravi compiuti nell’esercizio delle funzioni proprie del ruolo istituzionale”. La stessa Corte costituzionale ha collocato, infatti, nell’alveo dell’art. 126 comportamenti gravi quali la reiterata e pervicace violazione dei principi volti al coordinamento della finanza pubblica. Principi questi ultimi, mai contestati dagli organi preposti alla Regione Umbria.

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