Gay Pride, l'onda arcobaleno invade Perugia | 5000 in corteo - Tuttoggi.info

Gay Pride, l’onda arcobaleno invade Perugia | 5000 in corteo

Alessia Chiriatti

Gay Pride, l’onda arcobaleno invade Perugia | 5000 in corteo

Lo striscione per il piccolo Joan | Le contestazioni di CasaPound e del Popolo della Famiglia
Lun, 02/07/2018 - 23:52

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5000 in corteo al Gay Pride per le strade di Perugia. Un lungo arcobaleno di colori, suoni e musica da via Pinturicchio, piazza Grimana fino ai Giardini Carducci e al Parco del Frontone. La festa per i diritti di tutti è qui: qui nelle piazze e per le strade del capoluogo umbro, così come in tutta Italia.

E’ la “Gaia Invasione“, come è stata ribattezzata dalla stessa Omphalos, associazione organizzatrice della manifestazione tenutasi a partire dal 30 giugno. Una manifestazione che rivendica “la lotta per la liberazione dalla discriminazione“, accanto alla comunità LGBTI, ma anche quella subita dai migranti, dalle donne, dai lavoratori, dagli studenti. “Siamo convinti – ci dice Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – che la comunità LGBTI riceva discriminazioni al pari di tutti i migranti. Torniamo in piazza per rivendicare i diritti di tutti, perché rischiamo una pericolosa retrocessione in un clima conservatore. Siamo felici che al Gay Pride abbiano partecipato in così tante persone, più degli scorsi anni, in risposta a questo pericolo. Scendiamo in piazza – ha aggiunto Bucaioni – per non far spegnere i riflettori su casi come quelli del piccolo Joan o della bibliotecaria di Todi”.

Ad aprire il corteo è stato proprio lo striscione a sostegno del piccolo Joan, il piccolo nato da due madri umbre ora in Spagna al centro di una battaglia legale con il Comune di Perugia. A partecipare al corteo, anche tanti membri delle istituzioni, tra cui la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.

Le contestazioni

Non sono poi mancate le contestazioni al Gay Pride in particolare per bocca di CasaPound e del Popolo della Famiglia. Critiche e contestazioni alle quali Omphalos, e in particolare il suo presidente umbro Stefano Bucaioni, preferisce non rispondere, non raccogliendo le accuse e anzi bollandole come “prive di significato“. Il Popolo della Famiglia, in particolare, ha parlato di “sfida alla Costituzione” o di “giro di affari” del Gay Pride, oltre che di “una manifestazione apparentemente di routine e folkloristica, sempre fuori controllo nello stile, oltre che densa di intenti politici tutt’altro che innocui“. Grande scalpore, in particolare, hanno scatenato alcune foto pubblicate da utenti di Facebook: “Basterebbe vedere il taglio esibizionistico, a tratti anche volgare – prosegue la nota del Popolo della Famiglia – , della manifestazione per far prendere le distanze da tali interlocutori, ma noi vogliamo stanare i veri contenuti di questa gaia invasione, vogliamo vedere in profondità cosa si cela dietro questa ossessiva richiesta di nuovi diritti”.

©Riproduzione riservata

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