Disdette nei ristoranti all'ultimo minuto e lavoratori costretti a passare per la strada "vecchia" nonostante l'apertura del tunnel: scatta la protesta contro l'Anas
Cambio di programma all’ultimo minuto, disagi e proteste – con ristoratori e commercianti, ma anche amministratori, scesi in strada – per la chiusura notturna (nei festivi e prefestivi) della galleria Forca di Cerro. L’Anas, infatti, ha annunciato a sorpresa un nuovo orario per i lavori al traforo che separa Spoleto dalla Valnerina quando appena un mese fa insieme alle istituzioni ne era stato concordato un altro.
E non è tutto: se l’ordinanza di chiusura in vigore dalle 21 di lunedì (3 ottobre 2022) – firmata venerdì e protocollata lunedì stesso ai Comuni e comunicata soltanto alle 18.02 alle redazioni giornalistiche – ha spinto diverse persone ad annullare impegni serali in Valnerina o lavoratori a transitare lungo la strada regionale 395 del Passo di Cerro, in realtà la galleria Forca di Cerro è rimasta aperta fino alle 23.15 circa. Una beffa oltre al danno, ma che gli abitanti della Valnerina temevano, visti i precedenti avvenuti in primavera.
A protestare lunedì sera – alla presenza anche delle forze dell’ordine – c’erano alcuni rappresentanti delle attività commerciali e ristorative di Sant’Anatolia di Narco, Scheggino e Vallo di Nera, con anche amministratori comunali. Ma i problemi ed i disagi interessano tutto il territorio della Valnerina, visto che il traforo è la principale via d’accesso all’area interna. Senza considerare che da Norcia verso le Marche ci sono analoghi problemi, se non peggiori, per la chiusura della galleria Cesaronica (ogni giorno fino al 22 dicembre dalle 20 alle 7, tranne il 1 novembre).
Le polemiche riguardano sia la cattiva comunicazione da parte di Anas a cui le comunità della Valnerina devono sottostare (nei mesi scorsi è capitato più volte che a dispetto della chiusura prevista la galleria rimanesse aperta, con la beffa oltre il danno per le attività economiche ed i lavoratori) che il cambiamento improvviso e unilaterale degli orari di chiusura della galleria di Forca di Cerro nei giorni feriali. A cui si aggiunge la poca chiarezza dei cartelli stradali contro la quale più volte hanno puntato il dito imprenditori e politici locali, vedendo cambiamenti soltanto negli ultimi giorni. Ed ora si ricomincia da capo, visto che i cartelli presenti attualmente sono quelli dell’orario di settembre (chiusura tranne sabato, domenica e festivi dalle 23 alle 6).
Appena un mese fa, dopo anche le interlocuzioni dell’assessore regionale Enrico Melasecche con Anas, quest’ultimo ente aveva annunciato che dal 3 ottobre la galleria Forca di Cerro sarebbe stata chiusa dalle 22 alle 6 del giorno successivo. All’improvviso, come detto, il cambio di programma, deciso appunto di venerdì sera e reso noto il lunedì, che prevede una chiusura per un’ora e mezzo in più (fino al 23 dicembre): dalle 21 alle 6,30. Per le attività del territorio, già alle prese con i problemi del caro energia e gas, è la mazzata finale. In molti stanno valutando di rimanere aperti soltanto il sabato e la domenica, considerando che soprattutto nella media Valnerina la maggior parte degli utenti arriva dall’area di Spoleto e non è disposta ad allungare di almeno 25 minuti (tanto è previsto dalla viabilità alternativa) il tragitto.
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“La nuova ordinanza – racconta l’assessore di Scheggino Stefania Mercantini, condividendo il sentire comune – è stata una ‘bella sorpresa’ per tutti, soprattutto dei ristoranti, bar, attività ricettive che avevano in qualche modo fatto affidamento su un orario che avrebbe permesso ancora, seppur in maniera ridotta, la fruizione dei servizi offerti. Con la chiusura alle 21 questo è impossibile e la chiusura delle attività praticamente necessaria. Tutti ribadiscono l’importanza della messa in sicurezza e dei lavori di adeguamento per un tunnel di 4,5 km che è una così importante via di collegamento. Ma il totale disinteresse da parte di chi fa i lavori di almeno comunicare in maniera adeguata ci fa pensare che la Valnerina sia davvero un’area interna dimenticata dalle istituzioni”.
Insomma, la comunità locale è stufa del comportamento di Anas.