Contro la massiccia ondata di furti che da dicembre ha interessato il comprensorio del Trasimeno, questa mattina in Prefettura, alla presenza dei vertici territoriali delle forze di polizia, sono stati sottoscritti i protocolli d’intesa per il Controllo di vicinato. La firma è stata apposta dal prefetto di Perugia, Claudio Sgaraglia, e dai sindaci di Magione, Giacomo Chiodini, e di Piegaro, Roberto Ferricelli.
I ladri cambiano zona, ma i furti al Trasimeno non si fermano
Con la stipula degli odierni Protocolli di vicinato, sono 23 i Comuni (questa mattina accordo anche per il Comune di Todi) che hanno già aderito a tale importante accordo, il quale – ricordano dalla Prefettura – ha fornito positivi risultati nel territorio e che si pone nel quadro delle iniziative per la sicurezza integrata e partecipata promosse dalla Prefettura in sinergia con le Istituzioni del territorio, al fine di assicurare sempre più elevati livelli di sicurezza, anche attraverso forme di coinvolgimento dei cittadini, puntualmente disciplinate.
Come funziona
Il Controllo del vicinato è uno strumento di prevenzione della criminalità, che presuppone la partecipazione attiva dei residenti in zone determinate del territorio comunale, nonché la loro collaborazione con le forze di polizia e con i corpi di polizia municipale.
L’obiettivo
Nel suo intervento, il prefetto Sgaraglia ha voluto sottolineare che svolgere attività di Controllo del vicinato consente ai cittadini di fornire un personale, significativo contributo per la sicurezza della comunità locale, concorrendo al rafforzamento dell’azione di prevenzione e contrasto dei fenomeni di illegalità, in funzione della quale, risulta di fondamentale importanza anche una costante implementazione dei sistemi di videosorveglianza, che rientra tra gli impegni assunti dai Comuni, previsti dal Protocollo.
Cosa devono fare i cittadini
A tutti gli abitanti dell’area interessata dal controllo di vicinato – ha spiegato il prefetto – è unicamente richiesto di alzare il livello di attenzione attraverso poche, semplici modalità: tra queste, il “far sapere” che gli abitanti della zona sono attenti e consapevoli di ciò che accade intorno a loro, a prestare maggiore attenzione alle situazioni anomale che possono generare apprensione ed allarme, per poi provvedere esclusivamente a segnalare le eventuali criticità alle competenti Istituzioni.
Le chat “ufficiali”
A tal fine, i Comuni firmatari costituiranno gruppi di messaggistica istantanea, mediante i quali i cittadini potranno segnalare alle forze di polizia eventuali “situazioni sospette” rilevate attraverso mere attività di osservazione, che sono chiamati a svolgere.
Niente “ronde”
I Comuni, inoltre, dovranno sempre verificare che l’attività posta in essere dai cittadini non sconfini in forme improprie di pattugliamento del territorio o assuma alcuna forma di intervento attivo o sostitutivo rispetto ai compiti attribuiti dalle norme in vigore alle forze di polizia.
In alcuni casi, infatti, i residenti, esasperati dopo gli ennesimi furti, hanno anche minacciato l’utilizzo di armi da caccia per difendere le proprie famiglie e le abitazioni e sono state promosse delle “ronde” per pattugliare il territorio del Trasimeno.
Ora, attraverso gli accordi stipulati in Prefettura, vengono istituzionalizzate le modalità di collaborazione dei residenti.