Da novembre una classe del liceo delle scienze umane al gelo, giovedì la protesta ed in concomitanza l'intervento di un operaio sulla caldaia
Da quattro mesi sono costretti a fare i conti con temperature gelide all’interno dell’aula. Ed alla fine giovedì è scattata la protesta di studenti e genitori, con metà classe che è rimasta a casa per protesta. Succede al liceo delle scienze umane di Spoleto, dove una classe prima da novembre è costretta a fare i conti con i termosifoni che funzionano male.
Una situazione segnalata più volte al dirigente scolastico che ha “girato” la problematica alla Provincia di Perugia, responsabile della manutenzione del plesso di piazza Moretti.
La temperatura nell’aula in questi mesi ha oscillato sempre tra i 13 ed i 17 gradi. “Una ragazza l’ha misurata ed un giorno addirittura il termometro segnava 5 gradi!” racconta una madre. “I termosifoni accesi per un brevissimo lasso di tempo, che non permette all’aula di scaldarsi in modo ottimale, – racconta il padre di un’altra studentessa – vengono spenti quasi subito e rimangono tiepidi o freddi per quasi tutta la mattinata. A questo va aggiunto che per via delle norme di prevenzione Covid 19, molto spesso le finestre rimangono aperte a lungo abbassando ancora di più la temperatura dell’aula. Una temperatura così bassa provoca anche casi di raffreddamento come capitato di continuo a mia figlia, che compromettono spesso anche la seconda parte della giornata”.
E il problema del riscaldamento che non funziona non è l’unico: sul soffitto c’è una grande macchia di umidità e muffa, decisamente poco salubre per gli studenti che passano l’intera mattinata all’interno del locale.
La situazione, come detto, è stata segnalata più e più volte, con il dirigente scolastico Pescetelli che si è fatto carico del problema con la Provincia, i cui tecnici però in questi mesi non si sono fatti vedere. Fino a qualche ora fa. Finalmente giovedì, infatti, in concomitanza con la forte presa di posizione di metà degli studenti, è arrivato un tecnico dell’ente per sistemare la caldaia. La questione del riscaldamento, in sostanza, dovrebbe essere stata risolta. Anche se quell’aula presenta varie problematiche di infiltrazioni. Gli studenti di quella classe, però, purtroppo non possono essere spostati: gli spazi di piazza Moretti sono scarsi e con l’emergenza Covid ci sono delle prescrizioni più stringenti. Tanto che un’altra classe è stata costretta ad “emigrare” nel vicino liceo artistico. Per il liceo delle scienze umane, infatti, in questi ultimi anni c’è stato un aumento delle iscrizioni, a cui non corrisponde però una disponibilità adeguata dei locali. Il primo superiore in questione, insomma, come detto non può essere trasferito altrove. Intanto un primo, piccolo risultato c’è stato nelle ultime ore: i termosifoni sono più caldi. Sperando che la situazione rimanga stabile, in attesa dell’arrivo (ancora lontano) della primavera e del caldo.