La Fondazione Carispo, nel desiderio di garantire alla cittadinanza e ai visitatori di Spoleto la fruizione diretta del proprio patrimonio storico artistico, ha deciso di aprire alcune sale della sua raccolta, dedicate all’arte contemporanea, per tre giorni: 6, 7 e 8 dicembre prossimi, con orario giornaliero dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00 e con ingresso in via Felice Cavallotti, n. 10.
Formazione della raccolta – Il grave fenomeno della dispersione delle opere d’arte, conseguente alla soppressione delle corporazioni religiose decisa dopo l’Unità d’Italia, portò a perdite notevoli del patrimonio artistico umbro soprattutto tra il 1860 1 il 1910, nonostante l’impegno degli ispettori inviati dal ministero, come il Guardabassi, il Sacconi e il Sordini. Nel corso del secolo scorso la dispersione è continuata per l’incuria e l’abbandono di edifici isolati e per le carenze conoscitive relative al patrimonio artistico, fino a quando il principio della catalogazione dei beni di proprietà pubblica e una maggiore sensibilità hanno coinvolto progressivamente anche le istituzioni locali nella tutela e nella conservazione, con una netta riduzione del fenomeno, senza, però, il recupero delle perdite passate.
Fra le istituzioni locali impegnate in questa direzione si è distinta a Spoleto la Cassa di Risparmio, che a partire dagli anni ’70 del Novecento ha iniziato l’acquisizione di opere d’arte locali a rischio di dispersione, formando nei locali della sua sede una raccolta di tutto rispetto. Da qualche anno, nel solco della tradizione che ha caratterizzato fin dalle origini gli interventi benefici delle casse di risparmio, anche la Fondazione Carispo ha intensificato le acquisizioni di opere d’arte legate alla storia dell’arte spoletina e umbra, con lo scopo di evitarne la dispersione e creando, al contempo, un’importante raccolta di opere, che spazia dai dipinti alle sculture, ai disegni, alle cartoline d’epoca e comprende l’arte medievale, moderna e contemporanea.
A partire dal 2000 il Consiglio della Fondazione ha deciso di acquistare due importantissime opere di Leoncillo, Corpo dolente del 1960 e Le affinità patetiche del 1962, appartenenti al periodo informale del grande artista di origine spoletina, che sono state consegnate in comodato alla Galleria comunale d’arte moderna di Spoleto, dove ora sono esposte insieme ad altre opere dello stesso autore. Successivamente il Consiglio, nello spazio di pochi anni, ha portato a termine l’acquisizione di numerose opere di arte sia contemporanea che medievale e moderna, molte delle quali sono state collocate nei locali della Fondazione stessa, mentre altre verranno sistemate in modo da essere comunque fruibili e visibili all’occorrenza.
Le sale dell’arte contemporanea – Le due sale aperte al pubblico, l’antisala e la sala dell’assemblea, sono dedicate all’arte del Novecento e riservate rispettivamente a Leoncillo e al gruppo de “I sei di Spoleto”. L’artista spoletino più famoso in campo nazionale e internazionale, Leoncillo Leonardi, del quale nel 2015 verrà celebrato il centenario della nascita, è presente con una serie di opere scultoree e pittoriche che coprono tutto l’arco della sua produzione, a partire dai Candelieri, risalenti alla prima fase che giunge fino al periodo dell’immediato dopoguerra, passando attraverso il Cavallo, riferibile a quella breve stagione in cui l’artista spoletino si muove tra Espressionismo e Neo Cubismo, poi a seguire con le opere neocubiste, come Sportivo del 1948-50, I minatori, del 1952, I Dioscuri del 1950-53 e Studio per un pannello, ascrivibile ai primi anni Cinquanta, e Albero, appartenente alla parte finale della fase neocubista, per finire con Studio per corpo dolente, Senza titolo e Studi per S. Sebastiano, tutti riferibili agli anni dell’informale e collegabili con Corpo dolente e Le affinità patetiche esposte alla Galleria comunale d’arte moderna.
Considerando il ruolo di capofila assunto da Leoncillo negli anni Cinquanta e Sessanta e l’influenza del suo esempio anche a livello locale, la sala dell’assemblea ospita opere del gruppo di artisti spoletini che nel corso degli anni ’50 del secolo scorso approdarono all’informale ed ebbero un’importante fase di notorietà, in collegamento con il “premio Spoleto”, istituito nel 1953, e con il giovane critico d’arte, Francesco Arcangeli.
“I sei di Spoleto”, Giuseppe De Gregorio, Filippo Marignoli, Giannetto Orsini, Ugo Rambaldi, Piero Raspi e Bruno Toscano aderirono alle posizioni del critico bolognese e per alcuni anni una piccola città della provincia italiana ottenne il suo posto di rilievo nella grande temperie culturale che aveva investito l’Europa e gli Stati Uniti .
I dipinti sono stati scelti per le loro indubbie affinità e anche per la sostanziale vicinanza cronologica, che ne fa un gruppo di rara compattezza stilistica. Di Giuseppe De Gregorio è esposta l’opera Pittura n.1 del 1959, di Filippo Marignoli Impronta sul mare, sempre dello stesso anno, mentre Mattino di Giannetto Orsini è riferibile al periodo 1958-62; di Ugo Rambaldi è presente Profondità grigia del 1959, di Piero Raspi Tatuaggio cronico dello stesso anno e infine di Bruno Toscano Dopo l’estate del 1958.