Una folla commossa ha partecipato questo pomeriggio ai funerali di Bruno Piernera, il segretario generale territoriale della Cisl scomparso ieri per un infarto mentre si stava recando al lavoro a Foligno. Centinaia e centinaia di persone hanno invaso la chiesa di San Sabino. I più non hanno trovato riparo dentro, sfidando la pioggia che cadeva sul comprensorio dalla mattina. Anche senza ombrelli, pur di dare l'ultimo saluto al loro Bruno. Gli sguardi nel vuoto, ancora increduli alla notizia. Sui primi banchi i famigliari: la sorella gemella di Bruno, Patrizia a cui era legatissimo, il fratello Giampaolo di cui era orgoglioso per la sua carriera di medico affermato e stimato, i nipoti. Tutti intorno i colleghi dello Stabilimento militare di Baiano dove aveva cominciato a muovere i primi passi e quelli del sindacato. Di ogni generazione. C'è anche un picchetto militare della Scuola di Lingue Estere di Perugia dove era distaccato. E gli amici come l'avvocato Vincenzo Riommi, Guerrino Fioretti, Fabio Donati e molti altri. Tutti intorno a Giancarlo Antonini, il fedele Giancarlo, la spalla destra di Piernera, distrutto per la perdita dell'amico di sempre con cui aveva costruito tutta la sua vita sindacale.
Ma ci sono sopratutto tanti, tanti lavoratori, che avevano avuto modo di apprezzarne le sue doti umane e professionali. Ci sono anche le autorità, le più alte del comprensorio, tutte senza fascia tricolore, perchè Piernera era per loro inanzitutto un amico: c'è il sindaco di Spoleto Daniele Benedetti che trattiene a stento le lacrime e quello di Foligno Nando Mismetti visbilmente provato. Ci sono anche l'ex primo cittadino della città della quintana Manlio Marini, il consigliere regionale Giancarlo Cintioli, il consigliere provinciale Giampiero Panfili, il vice sindaco Rossi, l'assessore Lezi. A rendere omaggio al sindacalista ci sono anche i colleghi delle altre sigle da Umbro Conti della Uil a Francesco Giannini della Cgil. Solo per citarne alcuni.
E' don Edoardo Rossi a celebrare il rito: a lui, amico da sempre, Piernera aveva affidato questo compito, se mai gli fosse capitato qualcosa.
Al termine della cerimonia una nipote del sindacalista ha voluto leggere una lettera di saluto per lo zio, ricordando i suoi valori, i legami affettivi, quel senso di famiglia che, come ricorderà più tardi Ulderico Sbarra, aveva saputo infondere anche sul posto del lavoro, fra le mura del sindacato. L'applauso parte dai banchi di San Sabino. E' la volta di Simonetta Mancini (la delegata Cisl per i beni culturali, fra i più validi collaboratori), di Carlo Ugolini. L'ultima lettera di commiato la legge il segretario regionale Ulderico Sbarra che ricorda le battaglie in difesa dei lavoratori, di chi soffriva, degli immigrati, quella lungimiranza che aveva distinto l'azione di Piernera. “Non voglio credere che tu non ci sia più – ha detto al termine -, per me sei solo andato avanti, un po' più in là. Come sempre”. Ogni lettera strappa un applauso, affettuoso, quasi a condividere ogni parola, a consolare chi sta ricordando l'opera di Piernera.
Ma non fuori, quando il feretro, avvolto nella bandiera della Cisl, viene adagiato sul carro funebre. Bruno non avrebbe voluto quel clamore alla luce del sole. E forse neanche quello spontaneamente esploso in chiesa.
Lui che era arrivato in punta di piedi, in punta di piedi – lungo quella strada che finalmente univa l'Area Vasta che tanto amava – ha preferito andarsene.
(Carlo Ceraso)
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