Nuova vita per il “Laboratorio di stimolazione cognitiva”, il progetto rivolto ai pazienti affetti da Alzheimer e ai loro familiari che ora sarà rilanciato. La presentazione si è tenuta oggi all’ospedale San Giovanni Battista di Foligno, alla presenza del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, Gaudenzio Bartolini, del Direttore Generale dell’Azienda Usl Umbria 2 Dr. Imolo Fiaschini, del Direttore Amministrativo Dr. Enrico Martelli, del Direttore del Dipartimento di Riabilitazione Dr. Mauro Zampolini, del Direttore del Presidio Ospedaliero “S. Giovanni Battista” di Foligno Dr. Franco Santocchia, del Direttore del Distretto di Foligno Dr.ssa Paola Menichelli, della responsabile della neuropsicologia clinica – demenze Dr.ssa Mariangela Maiotti e della neuropsicologa Dr.ssa Laura Spadoni.
L’esperienza del Laboratorio di Stimolazione Cognitiva di Foligno è nato nel 2011 grazie anche all’impegno della Dr.ssa Raffaella Cingolani, psicologa e specialista in Neuropsicologia, prematuramente scomparsa due anni fa. L’obiettivo è di rilanciare un servizio molto importante per pazienti e familiari, grazie ad una borsa di studio e all’acquisto di nuovi macchinari, in sinergia con la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno.
Ubicato nella struttura ex Onpi di S.Eraclio, il Laboratorio ospita 12 utenti assistiti da personale specializzato in Neuropsicologia che utilizza tecniche e strategie compensative volte alla riabilitazione cognitiva di pazienti affetti da Malattia di Alzheimer. Fondamentale il supporto ai familiari per la gestione del paziente, attività condotta in collaborazione con l’associazione di volontariato Ama Umbria, che ha attivato un punto di ascolto.
La Malattia di Alzheimer rappresenta oggi la forma più frequente di demenza nella popolazione non solo anziana, ma anche adulta (50- 60 anni), che comporta una progressiva ed ineluttabile perdita delle funzioni cognitive superiori, quali la memoria, il linguaggio la capacità di risoluzione di problemi con conseguente perdita dell’autonomia del paziente.
Nonostante la ricerca scientifica abbia fatto grandi progressi nell’individuazione dei fattori patogenetici della malattia, della sua genetica, ad oggi non si dispone di un farmaco in grado di guarire la demenza di Alzheimer.
Attualmente è possibile soltanto rallentarne l’evoluzione attraverso l’utilizzo di farmaci (anticolinesterasici, memantina) e strategie terapeutiche non farmacologiche tra le quali il laboratorio di Stimolazione Cognitiva ne rappresenta il “Gold – standard”.