Sappe "Situazione drammatica in carcere di Terni"
“In questi giorni, il carcere di Terni sta vivendo momenti davvero drammatici, in emergenza ancor più drammatica dell’emergenza nazionale” è quanto afferma il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria.
74 positivi in carcere
Come risulta anche dal bollettino diramato dal Ministero, la situazione contagi all’interno dell’istituto è indubbiamente la peggiore tra tutte le carceri italiane: 74 detenuti positivi, di cui 3 ricoverati nelle strutture ospedaliere.
“Personale allo stremo”
“Tuttavia – prosegue la nota – questa gravissima emergenza sanitaria non ha riscontrato la dovuta attenzione da parte delle Autorità Sanitarie locali né, purtroppo, dal provveditorato regionale e dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Il reparto di Polizia Penitenziaria di Terni, infatti, stremato e al limite della sopportazione umana, non ha ricevuto alcun supporto in termini di personale e, men che meno, in termini di dispostivi di protezione individuale adeguati e proporzionati alla gravissima situazione che sta vivendo”. I
“Mascherine insufficienti”
“Il provveditore regionale sollecitato al riguardo non ha fatto altro che rispondere di aver proceduto alla distribuzione delle mascherine chirurgiche – continua ancora il Sappe – in numero pari ed uguale a qualsiasi altro istituto con zero contagi. In buona sostanza 10 mascherine a testa per un mese, a fronte di una media di presenze in servizio di 27 giorni ed un uso quotidiano per otto/dieci ore consecutive. Niente altro, rispetto alla necessità – almeno per il personale in servizio nella sezione covid o addetto alla traduzione di detenuti positivi in ospedale – di tute protettive, copri scarpe, protezioni per gli occhi e quant’altro in dotazione al personale sanitario impiegato negli stessi luoghi di lavoro dei nostri colleghi. Si pensi che, proprio in questi giorni, il Presidente del 118 ha raccomandato che proteggere gli occhi dal coronavirus è fondamentale. Il dipartimento, da parte sua, non ha nemmeno risposto”.
Soccorsi in ritardo
Secondo quanto riferito dal sindacato autonomo, nella mattina di oggi, ad un detenuto si sarebbero abbassati i valori di saturazione con conseguenti difficoltà respiratorie. Soltanto intorno alle ore 14.30, l’infermeria avrebbe informato il nucleo traduzioni per allertare un’ambulanza, ma che non sarebbe potuta arrivare nell’immediato per le emergenze in corso in tutta la città.
Ambulanze in fila
L’ambulanza sarebbe arrivata verso le 16,00 e il personale si è dovuto recare in sezione per prelevare il detenuto, per poi uscire diretti al pronto soccorso, con una unità di Polizia Penitenziaria in ambulanza e tre in una macchina di supporto. Il poliziotto costretto a salire a bordo insieme al detenuto malato secondo quanto riferito dal Sappe “Aveva l’unica protezione della mascherina chirurgica mentre tutto il personale sanitario che ha avuto lo stesso contatto era attrezzato praticamente per una guerra batteriologica. E questo non è assolutamente accettabile. Arrivati in ospedale verso le 17.00, ci si sono trovate davanti altre 5 ambulanze costringendo ad una attesa fino alle ore 19.00, con il detenuto appoggiato in una stanza covid del pronto soccorso, dove si trova tutt’ora per mancanza di posti letto”.