di Carlo Vantaggioli
Diciamola com'è, Fini infilza Berlusconi, ma non lo finisce. Potrebbe essere questo il succo della attesissima conclusione della due giorni di Futuro e Libertà in Umbria. Berlusconi sembra finire in una sorta di vicolo cieco, dopo la richiesta di dimissioni fattagli da Fini, dove il Premier o va alle elezioni subito, con il rischio di perderle, visti i sondaggi, o si tiene Fini che lo lavorerà ai fianchi per un tempo imprecisabile e con esiti imponderabili. Ci sarebbe anche una terza ipotesi ovvero quella del “adda passà a nuttata”, in attesa degli sviluppi dei vari Rubygate e del Bunga Bunga. Ma chissà davvero cosa ci attende a breve, visto che la politica è l'arte dell'oggi e del “doman non v'è certezza”.
Una vecchia “hit” di Gianni Morandi diceva nel refrain “Una domenica così non la potrò dimenticar…”. E bastava guardare le facce dei quasi 7mila presenti (più di 10mila nei due giorni) nel torrido Padiglione 9 di Umbria Fiere per capire che lo spettacolo in corso era di loro gradimento. Sventolio impetuoso di bandiere, mani arrossate per gli applausi, voci arrochite, e odore di “popolo”, quello della destra che si mobilita stavolta da tutta la penisola e a “brutto muso”.
Un servizio d'ordine inconfondibile, fatto da tipini che non vorresti incontrare nemmeno a mezzogiorno del 15 Agosto in Piazza Duomo a Spoleto, figurarsi nella penombra di Bastia.
Un dispiegamento tecnologico e mediatico da impallidire, artefice la regia del tostissimo Luca Barbareschi. Al Commissario Soneri un scherzetto carognesco glielo tira Mitraglia Mentana nell'edizione delle 20 del Tg de La7, quando ricorda al popolo che la citazione di Saint Exupery, fatta da Fini in apertura di discorso è la stessa di Valter Veltroni al Lingotto di qualche anno fa. Ma alla fine al popolo dei Futuristi non gliene importa molto. Lingotto, Padiglione siamo lì.
Nella Plaza de Toros di Bastia si susseguono i protagonisti della corrida, e un grande lavoro preparatorio come sempre lo fanno i Banderrileros, quelli che infilzano il toro in anticipo. Boati per Menia, Granata, Briguglio, Contini, ma soprattutto per uno studiatissimo Andrea Ronchi (con commozione d'ordinanza), che gentilmente rimette il mandato di ministro nelle mani del Leader Fini: a momenti vien giù anche il soffitto. E come dice Marco Travaglio intervistato sempre alla solita, si fa per dire, La7, “viene fuori impetuoso l'antiberlusconismo della destra storica, con il quale nessuno aveva finora fatto i conti”.
E nella domenica indimenticabile stile Morandi, una citazione d'obbligo va anche agli altri, quelli sulla sponda opposta, i Rottamatori del Pd, quelli del sindaco Renzi che chiudono la convention di Firenze in contemporanea con i Futuristi al grido di “Non chiediamo un posto, ce lo prendiamo da soli”. Un po' defilati, in fondo alla scena, Pier Luigi Bersani “il cerino si sta spegnendo da solo…” e Umberto Bossi con la metafora cinghialesca “per adesso sto dietro al cespuglio”.
Da dimenticare assolutamente la sfilata di ex portaborse, ex consiglieri, insomma ex qualcos'altro umbri, in cerca di sedia. Che domenica bestiale!
Articolo precedente