I legali di Mattioli andranno in appello
Due anni e mezzo di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. E’ la sentenza di primo grado emessa dal giudice del tribunale di Spoleto Paolo Mariotti sulla questione dell’ex Fils, ai danni dell’ex amministratore Stefano Mattioli, arrivata nel contesto di un rito abbreviato.
Il reato contestato è quello di peculato, per non aver versato nelle casse del Comune di Foligno le somme dovute per il servizio di pubbliche affissioni dal 2015 al 2017.
Peculato con la Fils per quasi 900mila euro
Mattioli era imputato in qualità di amministratore unico (dal 22 gennaio 2016) prima e presidente poi (da agosto dello stesso anno) della Fils Srl, l’azienda in house del Comune affidataria del servizio di pubbliche affissioni e delle attività di liquidazione accertamento e riscossione dell’imposta comunale sulla pubblicità e dei diritti delle pubbliche affissioni.
Il capo d’accusa recita dell’appropriazione della somma di 888.948 euro, “rinveniente dalle riscossioni operate negli anni 2015, 2016 e 2017, omettendo di riversarle alla tesoreria comunale, rimanendo la Fisl Srl debitrice, nei confronti del Comune, della somma in questione“.
Difensori annunciano ricorso in appello
Mattioli, nel procedimento, è stato assistito dagli avvocati Luciano Ghirga e Valeriano Tascini. Il Comune di Foligno, nella persona del sindaco Stefano Zuccarini, si era costituito parte civile, difeso dagli avvocati Daniele Miliani e Salvatore Prestipino.
Ghirga e Tascini annunciano già ricorso in appello contro la sentenza di primo grado, con l’obiettivo di dimostrare la mancanza di volontà di appropriarsi del denaro non riversato al Comune.
La sentenza: concorso di colpa del Comune
Sul tema è intervenuta anche la Lega di Foligno, che ha messo in evidenza un altro aspetto della sentenza, quello del legame tra Mattioli e l’amministrazione comunale di Foligno. “Il Comune – si legge nella sentenza – non ha mosso rimostranze nei confronti della società, né ha proceduto alla messa in mora rispetto alle somme non versate. Tale contegno si ritiene configuri un concorso di colpa del creditore in quanto l’inerzia a seguito del prolungato inadempimento ha consentito all’imputato di appropriarsi di una somma significativa. Il creditore, utilizzando l’ordinaria diligenza, avrebbe potuto impedire il perpetrarsi della condotta illecita e il conseguente aggravarsi delle conseguenze dannose“.
Lega: “Un triste epilogo”
“Giunge oggi a conclusione la vicenda della Fils, che dopo il fallimento e la conseguente perdita di tanti posti di lavoro, vede oggi
il suo triste epilogo con una durissima sentenza di condanna – dice la Lega – Da diverso tempo avevamo sollevato dei dubbi sul corretto operato nella gestione del fallimento della Fils, dubbi questi che ci vengono confermati dalla dura sentenza con cui il giudice, oltre alla condanna dell’ex amministratore unico, evidenzia il comportamento dell’amministrazione Mismetti che mostrando inerzia di fronte al mancato versamento delle somme incamerate dalla Fils per conto del Comune di Foligno ha permesso il perpetrarsi di questo comportamento illecito (somme che nel triennio 2015-2017 ammontano ad oltre 880.000 euro)”.
“Condanniamo la gestione”
“Condanniamo pertanto in maniera decisa la gestione dell’intera vicenda
da parte della vecchia amministrazione di centrosinistra – spiegano i
vertici Lega di Foligno – Il disastro ottenuto con il fallimento della
Fils, oltre ad avere provocato la perdita di decine di posti di lavoro
ed aver messo in difficoltà le rispettive famiglie, potrebbe gravare in
maniera importante sulle casse comunali e quindi sulle tasche dei
cittadini. Parliamo delle stesse forze di centrosinistra, oggi
opposizione in comune, che vogliono insegnarci come amministrare la
città e come gestire le partecipate comunali”.