Lotta senza sosta e contrasto ai bocconi killer: ora c’è anche un vademecum realizzato dalla Polizia Provinciale, lo Sportello a 4 zampe della Provincia di Perugia ed alcuni comuni fra cui quello di Città di Castello.
“Con la nuova edizione dell’opuscolo già pubblicato nel 2014 dalla Provincia di Perugia come una delle azioni di un ampio progetto per la salvaguardia della fauna selvatica, si intende informare la collettività e sensibilizzare le coscienze su un fenomeno aberrante e ancora molto diffuso: le esche e i bocconi avvelenati“. E’ quanto dichiarato dal sindaco, Luciano Bacchetta, anche nella veste istituzionale di Presidente della Provincia di Perugia, nel presentare la guida, “No ai bocconi avvelrnati”, disponibile presso il Comando della Polizia Provinciale, quello della Polizia Municipale (anche nella sede del loggiato Gildoni) e allo Sportello del Cittadino/Urp in Corso Cavour.
Città di Castello, grazie all’iniziativa dell’assessore all’ambiente, Massimo Massetti, è stato fra i primi comuni in Umbria ad attivare una vera e propria task-force fra forze dell’ordine, polizia municipale, provinciale e Usl Umbria 1 Servizio Veterinario, finalizzata al controllo e prevenzione del fenomemo delle esche avvelenate e tutela degli animali.
Ora dunque la guida rappresenta un ulteriore contributo alla sensibilizzazione e informazione su una questione di grande impatto sociale. “La pubblicazione è una riedizione aggiornata – hanno detto, Letizia Michelini, consigliera delegata e sindaco di Monte Santa Maria Tiberina e Roberta Burzigotti, già dirigente della Polizia Provinciale, nel corso della presentazione – di un’altra edizione che era stata realizzata in precedenza dalla Provincia di Perugia nel 2014, quando l’Ente aveva competenze sulla fauna selvatica. La normativa su i bocconi avvelenati e la fauna selvatica è molto complessa e stringente prevenendo in alcuni casi anche sanzioni penali, “preparare, detenere, utilizzare e abbandonare esche o bocconi avvelenati è vietato dalla legge”.
Il vademecum
Nell’opuscolo è spiegato cosa fare quando si trova un’esca avvelenata o quando si sospetta un avvelenamento di animale selvatico o domestico, insomma una guida pratica sull’argomento che riporta anche la normativa vigente.
Preziosa è stata la collaborazione sempre attiva con lo Sportello a 4 zampe che da anni si occupa della fauna domestica. Gianni Pauselli e Brigitta Favi della ASL1, in sede di presentazione hanno illustrato il lavoro che svolge il proprio settore: “Il servizio veterinario è il raccordo tra territorio istituzioni. Siamo di sostegno alle amministrazioni comunali che, nel caso di ritrovamento di bocconi avvelenati, devono mettere in piedi alcune procedure come bonifiche recinzioni del terreno interessato. Spesso ci mettiamo a disposizione per incontrare la cittadinanza informarla su questo delicato argomento”.
La geolocalizzazione
Gina Biasini dell’Istituto zooprofilattico Umbra e Marche ha tenuto a ricordare che l’assenza in questo servizio della Polizia Provinciale sta dando molti problemi perché il corpo era specializzato sulla questione esche avvelenate e animali selvatici. “Ogni volta che si trovano esche queste vengono segnalate in un portale Nazionale. Servirebbe sicuramente una geo localizzazione efficace per effettuare bonifiche mirate”.
Cosa fare
Dorian Grelli di Wildumbria associazione delegata dalla Regione Umbria al recupero della fauna a selvatica che lavora in una struttura denominata Cras ha indicato alcune azione concrete da attivare in caso di ritrovamento di animali selvatici. “Se il cittadino trova un animale selvatico coinvolto in un incidente – spiega Grelli – deve chiamare il 112 che poi chiamerà noi. Abbiamo un profilo facebook e Istagram e rispondiamo al numero diretto 3703199068 (h24). Dai numeri presentati il capriolo è la specie che più spesso viene coinvolta in incidenti è un animale molto mobile e molto attivo nel periodo della fecondazione. A seguire volpi cinghiali“.
“I dati parlano nel 2018 di 238 interventi di recupero corrispondenti a 251 animali appartenenti a 29 specie. Nel 2019, c’è stato un aumento nella casistica e gli interventi di recupero sono stati 380 corrispondenti a 292 animali appartenenti a 40 specie”.
“Una sinergia importante fra la Polizia Municipale e Provinciale, le forze dell’ordine che ora con la guida a disposizione dei cittadini trova un ulteriore elemento di potenziamento della task-force istituzionale e sanitaria che a Città di Castello in particolare da alcuni anni funziona con successo”, ha concluso, Joselito Orlando, Comandante della Polizia municipale di Città di Castello e provinciale. Nel frattempo, a proposito di esche avvelenate, il Servizio Veterinario della Usl Umbria 1, responsabile Dottor Giovanni Giorgi comunica che da inizio del 2020 sono stati presi in carico 16 campioni di cui 4 cani, 3 gatti e 9 esche.