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FALSI INVALIDI, ANCHE CITTADINANZATTIVA DICE NO A PERSECUZIONE CATEGORIE SVANTAGGIATE

Redazione

FALSI INVALIDI, ANCHE CITTADINANZATTIVA DICE NO A PERSECUZIONE CATEGORIE SVANTAGGIATE

Lun, 07/03/2011 - 12:01

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Il giro di vite contro i falsi invalidi in Umbria rischia di diventare sempre più un inasprimento burocratico per i veri soggetti svantaggiati, secondo la critica di Cittadinanzattiva, che si va ad aggiungere a quelle mosse qualche settimana fa dall'Opera nazionale mutilati e invalidi civili (Onmic – leggi).

“Cosa sta accadendo in Umbria?”, si chiede l'associazione in un comunicato. “Tutti coloro che hanno effettuato la visita presso la commissione Asl vengono richiamati per una ulteriore visita dal medico Inps. In base alla legge le visite dirette avrebbero dovuto essere limitate alle situazioni incerte”. Secondo Citttadinanzattiva, una recente comunicazione interna del direttore generale dell'Inps Mauro Nori e le “linee guida operative” hanno modificato sostanzialmente la situazione, definendo “indispensabile” il potenziamento del “ricorso prioritario all'accertamento sanitario diretto sulla persona” da parte delle strutture dell'ente previdenziale, “persino quando il giudizio della commissione Asl è unanime”.

“Di fatto -scrive Cittadinanzattiva-, l'Inps attraverso una circolare interna ha attuato un notevole passo indietro rispetto alla necessità di semplificazione amministrativa per i cittadini. L 'accertamento diretto da parte dell'Inps, in aggiunta a quello delle commissioni mediche Asl, deve essere attuato esclusivamente in quei casi dove vi siano dei ragionevoli e fondati dubbi sulla sussistenza del diritto al beneficio, e non al contrario considerarlo 'la prassi'”.

L'asssociazione denuncia poi, definendolo ancora “più grave”, il “restringimento dei requisiti sanitari per la concessione dell'indennità di accompagnamento”.

“E' opportuno segnalare che in seguito alla accesa protesta del sette luglio scorso delle Organizzazioni a tutela dei diritti delle persone con disabilità il parlamento bocciò un emendamento che tentava di modificare i criteri (restringendoli) per la concessione dell'indennità di accompagnamento. Ora, i contenuti di quell'emendamento trovano nuovamente spazio nelle 'Linee Guida operative per l'invalidità civile' contenute nella comunicazione (del direttore Inps, ndr)”.

Secondo l'associazione, “l'interpretazione dell'Inps stravolge l'indicazione della legge tuttora vigente che stabilisce che l'indennità di accompagnamento venga concessa alle persone con inabilità totale quando ricorre una delle due seguenti condizioni: si trovino nella impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore; oppure, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, abbisognino di una assistenza continua”.

Secondo Cittadinazattiva, “rispetto alla capacità di deambulare, invece, le nuove linee guida operative per l'invalidità civile dell'Inps prevedono che l'impossibilità debba essere permanente e non superabile con l'utilizzo di ausili. Chi deambula con estrema difficoltà e fatica come, ad esempio, l'aiuto di un tripode, di due stampelle o altri ausili, non si vedrà riconosciuto il diritto a ricevere l'indennità di accompagnamento. Rispetto al secondo criterio…, l'Inps stabilisce come condizione la presenza di un'assistenza continuativa e l'impossibilità di compiere il 'complesso' degli atti quotidiani. Ciò vuol dire che, nel misurare l'autonomia personale del cittadino, si considereranno solo il complesso degli atti elementari della vita. (…) Vengono ignorati quelli che sono, invece, considerati atti strumentali della quotidianità, ovvero, le attività 'extradomiciliari', come sapersi orientare, usare un mezzo pubblico, usare un telefono, chiedere aiuto o un'informazione. “Il risultato -conclude l'associazione-, come denuncia, ad esempio il CoorDown è che, tramite visite sommarie e sbrigative, vengono revocate le indennità di accompagnamento a persone affette da sindrome di Down (e non solo), su tutto il territorio nazionale. Ancora più paradossale, in questi giorni vengono richieste le mappe cromosomiche alle persone affette da sindrome di Down. Possibile che persone con gravi disabilità accertate e vistosamente conclamate, debbano continuare ad essere sottoposti ad accertamento diretto? Davvero per i più deboli 'gli esami non finiscono mai'?”

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