Jacopo Brugalossi
“La proprietà di Ims e Isotta Fraschini è disponibile a giocare la partita del rilancio oppure si continuerà a tentare di fare business anche in condizioni di default?” Questo l’amletico dubbio che aleggia sui due poli produttivi di Santo Chiodo di Spoleto. Perché, ad oggi, non c’è ancora nessuna certezza. Solo una nuova fiammella di speranza, rappresentata da una cordata di imprenditori umbri che si sarebbero dichiarati disponibili a rilevare il comparto della ghisa (Ims) per tentare finalmente di rilanciarlo. La notizia, annunciata ieri ai lavoratori durante un’assemblea sindacale, è frutto di un incontro avuto col Gruppo Casti, anche se il riserbo sui nomi e sulle attuali attività è totale.
La trattativa – L’incertezza, inutile sottolinearlo, è sui tempi della trattativa, ancora impossibili da definire. Se anche la manifestazione di interesse da parte della cordata arrivasse entro il 31 gennaio, come riferiscono fonti sindacali, poi ci sarebbe da affrontate tutta la fase operativa dell’accordo, che potrebbe richiedere tempi non brevissimi. Ma sono proprio il tempo e la pazienza a mancare ai lavoratori, prima vittime della speculazione sull’azienda e ancora in attesa, tra l’altro, dello stipendio di dicembre e della tredicesima. Senza contare che il 6 marzo i creditori saranno di fronte al giudice Laudenzi per l’omologazione del concordato. Certo, il fatto stesso che la notizia sia stata divulgata ai lavoratori porta a credere che la possibilità di chiudere positivamente la trattativa esista. Sarebbe un cambio di rotta piuttosto netto rispetto alle mire straniere (israeliane soprattutto) che nei mesi passati erano sembrate allungarsi sulla Ims. Il gruppo di imprenditori locali, stando alle voci che circolano, vorrebbe rilanciare la produzione della ghisa convinto che possa essere ancora competitiva sul mercato, specie se lavorata con tecniche e macchinari di eccellenza come quelli in dotazione alla Ims.
Isotta Fraschini – Diverso il discorso per il comparto dell’alluminio (Isotta Fraschini), che dopo il mancato accordo coi francesi della Saint Jean Industries è finito nel mirino di un gruppo austriaco con finanziatori in Cina. Fonti più che attendibili confermano che la trattativa sia ancora in piedi, anche se la distanza tra la Cina e Spoleto imporrebbe ai nuovi investitori di trasformare il polo di Santo Chiodo in una sorta di punto di riferimento per l’Europa intera. Per questo la trattativa procede a piccoli passi e non è possibile fare alcuna previsiona.
Rsu – Intanto all’interno della fabbrica i lavoratori si stanno organizzando per il rinnovo delle RSU (rappresentanze sindacali unitarie). A quanto risulta le liste con i nomi dei papabili sarebbero già affisse in bacheca. Per l’elezione dei nuovi rappresentanti si aspetterebbe solo il rientro nello stabilimento di quei lavoratori che sono ancora a casa.
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