Il futuro dell’ex ospedale di Città di Castello torna al centro del dibattito in Assemblea legislativa dell’Umbria, dove è stata discussa un’interrogazione a risposta immediata presentata da Giambartolomei, Agabiti e Pace (Fratelli d’Italia) sullo stato e la destinazione delle risorse FSC 2021-2027 e sull’evoluzione del progetto di recupero della struttura, chiusa ormai dal 2000.
La richiesta dei consiglieri riguarda la conferma degli stanziamenti, le tempistiche per l’avvio dei lavori, il destino funzionale dell’edificio e la possibilità di coinvolgimento delle realtà locali. Giambartolomei ha ricordato come l’immobile, storicamente importante per la città, sia da anni in condizioni di degrado e abbandono, con potenziali rischi per sicurezza urbana e igiene pubblica. “Dopo anni di immobilismo – ha detto – la precedente Giunta Tesei aveva ottenuto due importanti finanziamenti: 3 milioni di euro dal Commissario straordinario alla ricostruzione e 12 milioni dal Fondo di Sviluppo e Coesione 2021-2027“.
La replica dell’assessore alla Sanità Tommaso Bori, ha confermato entrambi i finanziamenti e illustrato lo stato dell’arte: “Il contratto con l’impresa per i lavori legati ai 3 milioni di euro è già stato firmato e le opere inizieranno a breve (non sono stati specificati tempi precisi, ndr). Per quanto riguarda il progetto più ampio da 12 milioni, nonostante lo slittamento di 6 mesi legato a questioni procedurali e finanziarie, la struttura regionale ha già completato tutte le attività preliminari“. Tuttavia, solo 2.000 dei 10.500 mq totali dell’immobile saranno interessati dall’intervento.
L’assessore ha ribadito che “il progetto va pensato in sinergia con Comune, Regione e ASL“ e ha annunciato che il tema sarà parte integrante del nuovo piano sanitario regionale attualmente in fase di scrittura. Bori ha infine dichiarato la propria disponibilità ad approfondimenti e interlocuzioni con tutte le parti coinvolte, sottolineando la rilevanza territoriale dell’intervento, “non solo per Città di Castello, ma per tutto l’Altotevere”.
Giambartolomei, nella replica, ha espresso apprezzamento per la risposta ricevuta e ha chiesto particolare attenzione alla sicurezza dell’edificio, soprattutto per il rischio igienico derivante dalla presenza di volatili, invitando la Regione a rendere non accessibili le parti compromesse della struttura.