La positività nei controlli effettuati sulle interiora degli animali uccisi dalle squadre di cacciatori: il virus nella metà
Nuovi casi di epatite E nei cinghiali. Negli ultimi giorni i controlli di corata e fegato degli animali abbattuti hanno rilevato la positività in due aree dell’Umbria, nell’Orvietano e nel Marscianese – Tuderte. In attesa dei dati definitivi, nel confronto con i controlli effettuati in passato, gli operatori sanitari vedono i casi in aumento, sopra al 50% degli animali controllati.
Al termine della passata stagione venatoria, secondo i dati diffusi dall’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria su un campione di cinghiali abbattuti tra ottobre 2021 e gennaio 2022 i cinghiali positivi all’epatite E erano risultati il 43%.
Il rischio, ricordano le autorità, è l’utilizzo della carne non cotta, in particolare per realizzare salsicce e altri insaccati. Il Servizio regionale di prevenzione invita a consumare soltanto carne di cinghiale cotta per evitare infezioni dal principale agente causale di epatite acuta.