L’Umbria ha una sua normativa in materia di impianti energetici e tutela del paesaggio. La proposta di legge della Giunta regionale “targata” De Luca è stata approvata in Aula con i voti della maggioranza, dopo la votazioni di emendamenti e sub-emendamenti, dopo quelli che erano stati approvati in Commissione e che sono stati in parte superati.
L’opposizione ha scelto l’astensione, dopo aver chiesto, invano, un nuovo passaggio in Commissione. Non solo, come ha spiegato la relatrice di minoranza Laura Pernazza, perché l’attesa approvazione della nuova normativa nazionale potrebbe creare dei potenziali conflitti di competenza, ma soprattutto per la necessità di approfondire le ultime modifiche predisposte in particolare dall’assessore De Luca.
In particolare, l’attenzione è concentrata sugli aspetti della retroattività rispetto agli atti amministrativi e alle richieste di nuovi impianti in itinere.
La maggioranza ha ribadito la necessità di far presto, come richiesto dai territori e dalle associazioni di categoria, evidenziando la grande partecipazione fatta nei territori e con tutti i portatori di interesse.
“E’ il miglior compromesso possibile – ha detto l’assessore De Luca nel suo intervento – tra la transizione energetica e la tutela del paesaggio umbro”.
Incentivi nelle aree idonee, deterrenza nelle aree non idonee
Ecco in sintesi le norme contenute nel dispositivo, secondo la scheda predisposta da Palazzo Donini.
La legge individua in modo chiaro le aree idonee, che superano i limiti della normativa statale puntando su superfici antropizzate o già compromesse, al fine di incentivare la rigenerazione e l’uso razionale del territorio preservando al massimo il territorio non antropizzato. Per gli impianti ricadenti nelle aree idonee, i termini dei procedimenti autorizzativi sono ridotti di un terzo, e il parere paesaggistico, se previsto, è obbligatorio ma non vincolante.
Sono considerate aree idonee, tra le altre, superfici e coperture di edifici, parcheggi, insediamenti produttivi esistenti o dismessi (con una zona di rispetto di 500 metri), discariche e cave cessate o abbandonate. Sono idonee le aree adiacenti alla rete autostradale (A1, E45, Terni-Orte e Perugia-Bettolle) e alle linee ferroviarie, entro 300 metri. L’Umbria è la prima regione a definire idonee anche le aree dove ricadono impianti dedicati a Comunità Energetiche.
La Regione ha stabilito barriere chiare per la tutela del patrimonio umbro. Sono considerate aree non idonee le zone di tutela e a rischio di dissesto idrogeologico e idraulico. Sono non idonee aree protette ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela ai sensi del D.Lgs. 42/2004, ad esempio anche i siti UNESCO, la Rete Natura 2000, le praterie sommitali sopra i 900 metri, e la fascia pedemontana olivata Assisi-Spoleto. La non idoneità si applica con specifiche fasce di rispetto dal perimetro dei beni vincolati: 500 metri per fotovoltaico e agrivoltaico e 3.000 metri per gli impianti eolici. Per impianti di grande taglia, le aree non idonee si estendono fino a 2.000 metri dai recettori sensibili (centri abitati, scuole) e 3.000 metri dai beni tutelati.
Fare impianti nelle aree idonee sarà semplice, veloce e a rischio zero. Presentare progetti in aree non idonee avrà un’elevata probabilità di esito negativo.
Criteri di alta qualità progettuale e garanzie finanziarie
La legge prevede che tutti i progetti, a prescindere dall’area, abbiano caratteristiche di alta qualità progettuale che viene garantita attraverso la richiesta di dettagliata documentazione tecnica, tra cui anche la presentazione di una garanzia finanziaria nel caso di dimissione dell’impianto e la previsione di oneri istruttori nella misura dello 0,1% nel caso di progetti su aree idonee, 5% nel caso di aree idonee e che non sono dovuti nel caso di impianti dedicati a CER.
Priorità alle Comunità Energetiche Rinnovabili e all’agricoltura umbra
La legge privilegia l’autoconsumo e le esigenze delle comunità locali. Le aree destinate a progetti a servizio di una CER sono considerate aree idonee. Viene eliminato l’obbligo di documentare preventivamente i fabbisogni energetici dei membri, consentendo lo sviluppo graduale e l’ingresso di nuovi membri.
Eolico
Per equilibrare le ampie protezioni assicurate al peculiare paesaggio umbro sono state individuate aree idonee specifiche per gli impianti eolici (superiori a 1 MW e altezza massima al mozzo di 100 metri) limitatamente ad aree con adeguata ventosità (> 6 m/s) e bassa esposizione panoramica rispetto ai beni paesaggistici.
Agrivoltaico avanzato
Nelle aree non idonee, gli impianti agrivoltaici avanzati sono ammessi solo se a servizio di aziende agricole e zootecniche con sede in Umbria, e la cui attività realizzata al di sotto sia destinata ad agricoltura biologica certificata o a colture/allevamenti costituiti da razze e varietà autoctone di interesse agrario, garantendo l’integrazione nel paesaggio.
Il ruolo dei Comuni e la cartografia
La legge rafforza il ruolo degli enti locali nella pianificazione energetica. I Comuni che intendono tutelare i centri storici (Zone A) possono individuare zone non idonee all’installazione di impianti sulle coperture, a condizione che individuino aree idonee da destinare al soddisfacimento dei bisogni energetici degli utenti (domestici e non domestici) o superfici idonee alternative per l’autoconsumo, anche tramite CER.
La Giunta regionale si impegna ora nella fase operativa, prevedendo entro 120 giorni la mappatura ricognitiva delle aree idonee a bassa visibilità panoramica per l’eolico, ed entro 180 giorni la mappatura ricognitiva di tutte le aree idonee, distinta per tipologia di fonte rinnovabile, consultabile liberamente sulla piattaforma WebGis della Regione Umbria che risulterà uno strumento fondamentale non soltanto per gli operatori economici, ma anche per enti locali e cittadini.