Emergenza maltempo, il punto con il Direttore Marcucci del Consorzio Bonificazione Umbra - Tuttoggi.info

Emergenza maltempo, il punto con il Direttore Marcucci del Consorzio Bonificazione Umbra

Redazione

Emergenza maltempo, il punto con il Direttore Marcucci del Consorzio Bonificazione Umbra

Mar, 26/11/2013 - 19:47

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Nei giorni appena trascorsi abbiamo assistito all’ennesimo evento catastrofico legato al maltempo che questa volta ha colpito la Sardegna con danni ingenti e un elevato numero di vittime, ma che anche in Umbria, con particolare riferimento alla zona di Spoleto-Foligno, ha destato allarme e preoccupazione.

Abbiamo fatto il punto della situazione con la Dott.ssa Candia Marcucci, Direttore del Consorzio della Bonificazione Umbra, ente preposto al controllo del bacino idrico della Valle Spoletana e quindi direttamente interessato allo smaltimento delle acque piovane e alla manutenzione di tutto il sistema preposto a tale scopo.

Dott.ssa Marcucci, quali sono i compiti del Consorzio nell’area di sua competenza?

Il Consorzio si occupa ordinariamente di monitorare e mantenere la rete idrica del territorio affinché la stessa non abbia problemi per il normale deflusso delle acque con particolare riferimento allo smaltimento delle acque piovane in presenza di precipitazioni intense e persistenti.

Il Consorzio inoltre dispone di un competente Ufficio Tecnico che elabora studi e progetti per mitigare il rischio idraulico nel territorio di competenza e studia e realizza progetti di miglioramento del sistema idrico e di gestione di eventi straordinari.

Cosa significa tutto questo, che nel caso di una “bomba d’acqua” il nostro territorio sarebbe comunque sotto controllo?

Gli eventi eccezionali sono sempre qualcosa di imprevedibile e nonostante tutte le simulazioni e gli studi a tavolino, l’evidenza dei fatti può portare alla luce circostanze inaspettate.

Diciamo però che in caso di precipitazioni eccezionali il Consorzio sa esattamente quali sono i punti critici del sistema , li monitorizza fin dalle prime avvisaglie di pericolo, ha dei piani prestabiliti per fronteggiare l’emergenza e mezzi e uomini preparati e pronti ad operare in maniera coordinata con il Centro di Protezione Civile Regionale e la Provincia.

Naturalmente nei periodi più tranquilli la manutenzione di tali aree a rischio è particolarmente scrupolosa e nel tempo sono stati apportati miglioramenti che hanno alzato il livello di sicurezza di tutti questi siti.

L’ondata di maltempo dei giorni scorsi, che ha portato in Sardegna tanto dolore e distruzione, che impatto ha avuto sul nostro territorio?

Fortunatamente per noi le precipitazioni, sia pur intense, non hanno superato i limiti di sicurezza e gli allarmi che pur ci sono stati sono riconducibili ad un problema intrinseco nella geomorfologia di alcune zone. Ad esempio nella piana di Trevi, che è stata strappata dall’uomo a laghi e paludi con un’opera di bonificazione millenaria, l’acqua ancor oggi costituisce una minaccia individuabile nel fitto reticolo di canali e fossi il cui funzionamento è legato a fattori di equilibrio delicatissimi. Argini e ponti sono gli elementi più a rischio del sistema e proprio questi elementi sono stati oggetto dei numerosi interventi di questi giorni.

L’unico modo per poter migliorare la situazione sarebbe quella di operare in queste zone con una azione di prevenzione ancor più efficace ma purtroppo, oltre alle difficoltà logistiche ed economiche che la cosa comporta, ci sono altri impedimenti tipo inutili sovrapposizioni tra Enti che di fatto costituiscono un inspiegabile malfunzionamento burocratico.

Tra l’altro la prevenzione, oltre a garantire una azione omogenea e organica sul territorio preservandolo da distruzioni e catastrofi, costa assai meno degli interventi straordinari: i fondi pubblici infatti sarebbero spesi in misura assai minore e allo scopo di migliorare ciò che già esiste e non per smaltire eventuali macerie.

A proposito di soldi, con quali fondi il Consorzio finanzia le sue principali attività?

Il Consorzio dispone di due diversi tipi di entrate che vengono essenzialmente destinate al finanziamento delle due macroaree di intervento prima descritte.

L’entrata sicura in questo momento di grande incertezza nel finanziamento degli Enti pubblici è quella dei contribuenti e siamo orgogliosi di poter dire che il contributo dei cittadini viene interamente speso nelle opere di manutenzione del sistema dei fimi e dei fossi e per gli interventi straordinari di piccola e media portata che si creano specie nella cattiva stagione. I soldi del bollettino che tutte le famiglie pagano (circa 15 euro n.d.r) quindi vengono destinati ad opere che interessano direttamente la loro sicurezza e incolumità.

Tutto ciò che invece è miglioramento straordinario, tipo la liberazione degli argini fluviali da costruzioni abusive o anche autorizzate, ma in luoghi ad elevato rischio, oppure che è “grande “ prevenzione tipo la creazione di aree di “sfogo” controllato in caso di precipitazioni eccezionali, viene pagato con fondi comunitari o della Regione dell'Umbria che ha finanziato molte delle opere idrauliche di messa in sicurezza del reticolo idrografico, mediante la partecipazione del Consorzio a bandi e concorsi con progetti mirati realizzati dall’Ufficio Tecnico.

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