La lista civica Il Cammello ha presentato questa mattina a Palazzo Spada il suo programma elettorale per la città in vista delle prossime elezioni amministrative. In una sala consiliare gremita, Franco Todini si è presentato con la sua solita grinta, affiancato dai giovani che compongono la lista del Cammello. In apertura Franco Todini ha ricordato i motivi della sua candidatura: “Per sconfiggere il fronte di una sinistra conservatrice, consociativa e antiquata, anche rispetto ai cambiamenti intervenuti con l’avvento di Renzi. La nostra lista civica non risponde ai vecchi schemi della politica e degli schieramenti. Vogliamo far uscire Terni da questa crisi in cui è stata portata dai governi di Raffaelli e Di Girolamo e da una minoranza che in questi 15 anni non ha saputo e non ha voluto fare vera opposizione”.
E poi alcuni punti del programma: “Riforma della macchina comunale: riduzione da 10 a 5 del numero degli assessori, accorpamento delle partecipate ed eliminazione degli sprechi e dei costi inutili. Revisione del Piano Regolatore per rompere con il metodo dell’urbanistica contrattata. Chiusura dell’inceneritore e una nuova politica di smaltimento dei rifiuti per reperire risorse per i cittadini e non per gli inquinatori. Un nuovo concetto di mobilità, finalmente alternativa e non alternata, che faccia rifiorire il commercio, riduca l’inquinamento e trasformi il centro cittadini in un parco verde. Via le tasse sulle insegne e le gabelle contro i commercianti. Via la politica dalla sanità per un nuovo ospedale Santa Maria che premi le professionalità interne. Puntare sullo sport e sul turismo attivo per qualificare l’offerta del territorio ed attrarre risorse”.
A proposito di risorse, pungolato in merito dai giornalisti, Franco Todini risponde: “Andremo dalla Regione a prenderci i soldi. Va scardinato il processo di sudditanza di comodo dei politici ternani nei confronti di Perugia. Tutto questo oltre alla riduzione dei costi della politica e degli sprechi di una macchina organizzativa completamente fuori controllo. Sarà Terni a decidere il suo destino e non una Regione che conosco bene per averci lavorato 38 anni. Questa Regione non ci piace così come non ci piace questa Europa incapace di immaginare e realizzare uno sviluppo basato sull’inclusione. Faremo la nostra parte perché abbiamo progetti anche per la Regione del futuro che deve essere trasformata. Non ci rivolgiamo ai partiti, ma a tutti gli elettori che questa volta hanno la possibilità di cambiare”.
Franco Todini – Ho presentato la mia candidatura ad ottobre del 2013. L’ho fatto con largo anticipo perché prevedevo che la crisi della vecchia politica avrebbe comportato un lungo periodo di trattative sulle candidature piuttosto che sui programmi e ho scelto di anticipare tutti proprio per poter sviluppare il programma che oggi vi presento in forma estesa. La mia candidatura a sindaco vedeva e vede come antagonista principale Leopoldo Di Girolamo. Mi sono candidato per sconfiggere il fronte di una sinistra conservatrice, consociativa e antiquata anche rispetto ai cambiamenti intervenuti a livello nazionale con l’ascesa di Renzi. La lista del Cammello è e resterà una lista civica ma aperta a tutti i contributi delle forze antagoniste all’attuale governo della città. Come lista civica non risponde ai vecchi schemi della politica degli schieramenti: non è quindi né di destra, né di sinistra, né di centro. E’ una lista che vuole far uscire Terni da questa crisi in cui è stata portata dai governi di Raffaelli e Di Girolamo e da una minoranza che in questi 15 anni non ha saputo e non ha voluto fare vera opposizione. La mia vuole essere una risposta ad una crisi che non è solo economica ma anche etica e politica. Lo dimostrano anche gli ultimi balletti dei dirigenti di partito, da FI a NCD a Fratelli d’Italia e UDC che, a parole, sono antagonisti di Di Girolamo, nei fatti lo favoriscono puntando semplicemente a partecipare senza nessuna prospettiva di vittoria finale.
Noi invece puntiamo sul programma e sulla capacità di ricreare una comunità con valori, interessi largamente condivisi e che ponga il cittadino al centro del sistema. Il programma è strutturato in 12 punti che non sono in ordine di importanza.
Il primo punto riguarda il Comune. Noi lo vogliamo riformare radicalmente cominciando dalla riduzione del numero degli assessori che porteremo da 10 a 5. Noi lo possiamo fare perché non dobbiamo accontentare nessuno. Sceglieremo gli assessori sulla base della professionalità e della competenza e non per appartenenza. Meno assessori, meno dirigenti, meno consigli di amministrazione delle partecipate, che accorperemo. Più semplificazione e più democrazia diretta.
Il secondo riguarda il lavoro. Terni è una città industriale ma la sinistra non è capace di trasformarla in una città dell’impresa. Noi vogliamo che i nostri figli possano intraprendere e creare ricchezza. Vogliamo uscire dalla gabbia della subordinazione agli interessi esterni al territorio. Vogliamo che i nostri figli possano decidere il loro futuro.
Il terzo punto è la città. La giunta Di Girolamo ce la consegna in uno stato di degrado. Un degrado non solo fisico ma anche culturale e morale. C’è molto da fare e bisogna rimboccarsi le maniche ma prima di tutto dobbiamo uscire dalla logica dell’urbanistica contrattata. Rivedremo il PRG e faremo in modo che le regole siano certe e uguali per tutti. Poi cambieremo radicalmente il volto della città ridisegnandola per renderla più funzionale, più bella e più attrattiva.
Il quarto punto è la mobilità. Terni è una città sempre più immobile perché non ha un vero piano della mobilità. Incentiveremo la mobilità alternativa con interventi tangibili, condivisi dai cittadini, per migliorare la qualità della loro vita. Realizzeremo piste ciclabili per collegare le varie zone della città, riclassificheremo le strade creando ciclovie. Promuoveremo la creazione di imprese di giovani per gestire servizi di mobilità dolce. Attiveremo le metropolitane di superficie.
Il quinto punto è il commercio. Con Di Girolamo il commercio a Terni è destinato a chiudere. Trasformeremo il centro città in modo permanente facendolo diventare il teatro della città, il luogo dell’incontro. Terni, città dell’amore e della seduzione, diventerà una città glamour, metteremo le basi concrete per un potenziamento del fenomeno della movida. E poi toglieremo le tasse sulle insegne: primo perché non ci piacciono le tasse stupide e vessatorie, poi perché vogliamo illuminarela città e favorire la comunicazione commerciale.
Il sesto punto è la cultura. Una città che non è capace di promuovere la cultura ma la delega a società di servizi, è una città destinata al declino.
L’ultimo assessore che ha organizzato una conferenza sulla cultura è stato Fabio Fiorelli. La bibliomediateca nel vecchio palazzo comunale è stata una sua intuizione felicissima. Oggi la biblioteca è l’unica struttura culturale cittadina veramente viva, ma la politica non frequenta le biblioteche per cui anche le minoranze propongono bestialità frutto di ignoranza (nel senso di ignorare). Comunque, metteremo ordine al CAOS e ridaremo alla città il suo glorioso Teatro Verdi, un teatro all’italiana che sia testimonianza e simbolo della sua rinascita.
Il settimo punto è San Valentino. Un punto a parte per il Santo della città che in questi anni è stato tirato per la giacca da questuanti e mercanti di ogni tipo. San Valentino è il patrono della città e come tale deve essere vissuto e festeggiato. Il Santo dell’amore è sicuramente molto paziente e in questi anni ha sopportato di tutto. Noi vogliamo ridare dignità alla festa religiosa. Riteniamo che lo sfruttamento commerciale non si possa fare sul santo ma sull’amore. Terni deve farsi conoscere tutto l’annocome la città dell’amore e la terra di san Valentino.
L’ottavo punto è la sicurezza. Una città insicura non solo è pericolosa ma non è attrattiva. Una città senza regole non ha futuro. Dobbiamo essere accoglienti come lo sono stati sempre i ternani ma dobbiamo avere la forza e l’autorevolezza per far rispettare le nostre regole. Come sindaco rafforzerò e valorizzerò il corpo della Polizia Municipale.
Il nono punto è la sanità. Paradossalmente con un bravo medico alla guida della città abbiamo perso sempre di più il primato sulla sanità regionale.
Ci hanno tolto risorse e dignità. Ce le riprenderemo impedendo alla politica di occuparsi della nostra salute. Realizzaremo il nuovo Ospedale Santa Maria.
Il decimo punto è la salute. Ovviamente è legato al precedente ed è altrettanto critico. Terni è una città inquinata dall’industria, dal traffico, dal riscaldamento e dall’inceneritore. Il negazionismo delle istituzioni è il segno della subalternità della politica agli interessi degli inquinatori. Faremo di tutto affinchè l’industria non inquini, elimineremo il traffico inutile, ci riscalderemo usando altre fonti energetiche, chiuderemo l’inceneritore e non permetteremo mai di aprirne altri.
L’undicesimo punto è il turismo. Il turismo già oggi è una risorsa importante per la città ma quello che il Comune guadagna dai biglietti della Cascata non viene reinvestito nella creazione dell’offerta. Noi aiuteremo e sosterremo gli operatori locali del turismo a rafforzare, promuovere e commercializzare i prodotti turistici. Vogliamo puntare sull’unicità dell’offerta rappresentata dal turismo attivo e da quello sportivo. Libereremo Papigno da Cinecittà e dai suoi amici elo faremo diventare un polo di attrazione internazionale per gli sport estremi.
Il dodicesimo punto è lo sport. Terni è una città culla di molti sport con migliaia di praticanti e tante vittorie. Il nostro obiettivo è quello di creare le condizioni strutturali e culturali affinchè lo sport diventi un volano economico. In accordo con gli appassionati, i praticanti e le loro associazioni, svilupperemo un programma che veda anche la realizzazione di un palazzetto dello sport, di un crossodromo e di un vero ciclodromo chesi aggiungeranno alle altre strutture che riqualificheremo, dalla scherma, al tennis, al nuoto e via dicendo.
La nostra campagna elettorale si baserà su questo programma che non è esaustivo perché i progetti definitivi e le decisioni saranno prese insieme ai cittadini attraverso i processi partecipativi che metteremo in atto e che sono l’elemento fondante della nostra proposta. Per concludere due parole su dove intendiamo prendere le risorse: sicuramente riducendo i costi della politica, gli sprechi e i costi improduttivi. Ma non basta. Andremo a prendere le risorse che servono al nostro sviluppo ribaltando il rapporto di sudditanza con Perugia in quanto Regione. Sarà Terni a decidere il suo destino e non una Regione che conosco bene per averci lavorato 38 anni. Questa Regione non ci piace così come non ci piace questa Europa incapace di immaginare e realizzare uno sviluppo basato sull’inclusione.
Noi faremo sicuramente la nostra parte perché abbiamo progetti anche per la Regione del futuro che deve essere trasformata.