Un Duomo gremito di persone. Sui banchi delle prime file i familiari e i sindaci di Spoleto e di tutti i Comuni della Valnerina. A lato dell’altare i colleghi, tutti rigorosamente in divisa. Sopra la bara un cappello da vigile urbano, a sottolineare la profonda dedizione nei confronti di un lavoro che svolgeva con grande serietà e professionalità. Così le comunità di Spoleto, dove viveva, e di Scheggino, dove era nato, hanno celebrato l’ultimo saluto a Pietro Fedeli, morto tre giorni fa in seguito ad un terribile incidente stradale avvenuto all’uscita della galleria di Forca di Cerro. Proprio uno di quegli eventi che col suo lavoro quotidiano Pietro cercava di evitare, ligio e professionale com’era nel far rispettare le regole della strada.
Un destino beffardo l’ha strappato all’affetto dei suoi cari a soli 51 anni, lasciando un enorme vuoto in coloro che hanno avuto modo di apprezzarne le qualità umane, prima ancora che professionali. A celebrare la messa è stato monsignor Luigi Piccioli, vicario del vescovo ed ex parroco di San Giacomo, frazione in cui Pietro abitava con la moglie e il figlio 15enne. “Un uomo ligio al suo servizio, che non metteva mai da parte la comprensione e la consapevolezze di chi aveva davanti”; così il presule lo ha ricordato, invitando poi tutti i presenti a seguire le esortazioni del Signore ad “andare avanti, anche quando una profonda ingiustizia come questa segna le nostre vite”.
Quanto Pietro fosse amato e rispettato lo si è capito dai volti commossi delle centinaia di persone che oggi hanno voluto salutarlo per l’ultima volta. Dai baci che parenti, amici e colleghi hanno stampato sulla sua bara prima di uscire dalla chiesa ed accompagnarlo nel suo ultimo viaggio terreno verso la tomba di famiglia. Come a raccogliere idealmente le voci di tutti in un unico, profondo ringraziamento, ha parlato il sindaco di Scheggino Carlo Valentini. Ha ricordato come Pietro, preferendo i toni concilianti a quelli imperanti, sapesse conquistarsi la stima e la fiducia delle persone. (Jac. Bru.)