Debutto strepitoso a Spoleto61 nella serata di ieri, 13 luglio, per l’Hamburg Ballet guidato dal celebrato coreografo statunitense John Neumeier, al suo ritorno a Spoleto dopo la fortunatissima prima volta a Piazza Duomo in Spoleto53 (2010).
In conferenza stampa di metà settimana, Giorgio Ferrara lo aveva detto, “Neumeier a Spoleto ha fatto molto bene”. E mai ritorno fu più opportuno, al Teatro Romano, sopratutto dopo il deludente (secondo il nostro parere) spettacolo di danza dello scorso weekend, My Ladies Rock.
Nella serata di ieri, anche i meno avvezzi alle arti coreutiche, hanno avvertito il livello superiore della tecnica e la preparazione che unita al talento naturale dei ballerini è stato un elemento decisivo per la riuscita dello spettacolo. Che qualcosa avesse acceso l’attenzione su Old Friends, non solo locale, lo si era capito dalla fila lunghissima di spettatori in attesa dell’ingresso, fila che arrivava fino al V.le Matteotti.
Non si può mai dire di un coreografo, “lo conosciamo”, ma Neumeier non delude affatto il pubblico del Romano con movimenti o elementi coreografici ripetitivi o scontati. Il suo Old Friends, inno all’amicizia in tutte le sue declinazioni è un abbraccio corale alla vita, una apertura mentale ariosa nei confronti di ogni divenire umano.
Non riusciamo nemmeno a pensare che la resa scenica di una coreografia non abbia bisogno di una profonda tecnica individuale dei ballerini, a sostegno. Ma in Old Friends, il passo in avanti, è stato quello di vedere entrambe fuse in grande armonia con tutti gli altri elementi dello spettacolo, musica per prima.
L’Hamburg Ballet del resto è una sorta di perfetta “macchina da guerra” dove le eccezionali qualità di immaginazione di Neumeier trovano il giusto appoggio. Il coreografo statunitense è considerato un vero maestro nel fondere nelle sue creazioni la tradizione classica del balletto con le forme più contemporanee della danza, sviluppando così un linguaggio coreografico personale unico.
Fondata nel 1978, la Scuola di ballo della compagnia, con la sua struttura adibita a convitto, una classe di propedeutica alla danza e ben 8 classi professionali, compreso un programma finale di “Theatre Class” della durata di 2 anni, forma le future generazioni di ballerini. Il Ballet Centre è anche la sede del National Youth Ballet, fondato proprio da Neumeier nel 2011. Nemmeno a ricordarlo, il cuore della compagnia è rappresentato dal direttore artistico e coreografo principale, John Neumeier, che dirige la compagnia dal 1973. Un vero padre.
Old Friends
L’Hamburg Ballet, presenta a Spoleto in prima ed esclusiva italiana Old Friends, un collage di brani che esplorano i mutevoli cambiamenti delle relazioni umane su musiche di J.S. Bach, Frédéric Chopin, Federico Mompou, Simon & Garfunkel. Al Pianoforte, per gli interventi dal vivo sul palcoscenico, il M° Michal Bialk.
“Vecchi amici? Nuovi amici?– scrive nella introduzione del programma di sala Neumeier- Un’Ouverture di Johann Sebastian Bach… Amanti del passato e del presente… nostalgia di un momento perduto nel tempo per sempre. Come in una pièce di Anton Checov, ogni esperienza umana racchiude ricordi del passato e premonizioni sul futuro… così accade nel tempo presente di un balletto. Le Dangling Conversation di Simon & Garfunkel assumono forma coreografica, mentre i danzatori si muovono attraverso relazioni in costante cambiamento.
V’è una strana, indefinibile, ma per me chiara, affinità– prosegue Neumeier- tra la musica di Chopin e quella di Simon & Garfunkel. La musica di Chopin unisce l’eleganza dei salotti del 19° secolo alla profonda capacità emotiva del compositore, proprio come le canzoni degli anni ’60 di Simon & Garfunkel combinano sonorità facilmente accessibili con versi di intensa rilevanza poetica.”
Mai descrizione fu più adatta al clima che si respirava ieri sera al Romano. Una attenzione curiosa ma anche poco sbarazzina, competente, rispetto a quello che accadeva sul palco. C’era voglia di immergersi totalmente nella poesia descritta da Neumeier. Il mondo delle relazioni umane esplorato con una straordinaria leggerezza ed al contempo con una intensità dei rapporti che non ha lasciato il campo, però, a facili e scontati sentimentalismi.
Un perfetto equilibrio di forza fisica, eleganza (l’essenzialità dei costumi), movimento, atmosfera (grande competenza nell’allestimento luci) e sopratutto la scelta della musica, il danzatore occulto di Old Friends.
Una Ouverture in ensemble di intenso fascino coreografico e la musica di J.S. Bach ha subito messo il pubblico a suo agio, per poi proseguire con Old Friends I, Dangling Conversations (composta di 8 notturni) e chiusura con Old Friends II, danzata sulla travolgente e sentimentale Bridge over troubled Water di Simon & Garfunkel.
Per ogni replica, previsto una composizione diversa degli ensemble e dei solisti per ogni coreografia.
In scena i Principals:
Silvia Azzoni, Alexandre Riabko, Ivan Urban, Carolina Agüero, Anna Laudere, Karen Azatyan, Alexandr Trusch e i solisti Mayo Arii, Florencia Chinellato, Xue Lin, Emilie Mazon, Lucia Rios, Madoka Sugai, Jacopo Bellussi, Christopher Evans, Marc Jubete, Aleix Martínez, Matias Oberlin, Giorgia Giani.
Come sempre, nelle compagnie internazionali di balletto, anche le più blasonate come l’Hamburg, non mancano mai splendidi danzatori italiani. Segno questo che la scuola nazionale ha ancora una forte valenza tecnica ed interpretativa di base, oltre il talento naturale ovviamente.
Da non perdere la replica di questa sera, 14 luglio
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Foto: Festival dei Due Mondi (Kiran West)