Latini (Lac): sistema digitale mai provato prima, impossibile qualunque forma di controllo
Mentre i cacciatori umbri dibattono sulla preapertura per la sola tortora il 1° settembre, alla vigilia della Commissione che dovrà dare il via libera all’integrazione al Calendario venatorio, la Lac (Lega per l’abolizione della caccia) ha diffidato la Regione Umbria dal pubblicare sul Bollettino ufficiale nei prossimi giorni e ritirare immediatamente la delibera.
La diffida della Lac
“Nell’attuale drammatico contesto ambientale, con le Streptopelia turtur ancora in nidificazione (terminerà con l’indipendenza dei piccoli pronti alla migrazione a fine settembre!) – lamenta la delegata umbra della Lac, M. Patrizia Latini – ci chiediamo come sia possibile autorizzare una giornata di preapertura, non prevista nel Calendario venatorio pubblicato, contro uccelli di una sola specie dichiarata dall’Europa in declino, stremati, senza più molti habitat cancellati dalle fiamme e dalla siccità, per mero ‘divertimento’ con appostamenti consentiti dovunque, chiaramente vicino ai pochi campi con granaglie e corsi d’acqua quasi totalmente in secca”.
Gli animalisti ritengono l’atto della Giunta regionale “assolutamente immotivato ed illegittimo perché privo di ogni requisito richiesto per la formazione di un provvedimento amministrativo”. E chiedono alla Regione Umbria, “per principio di precauzione e in autotutela”, la revoca della disposizione che consente a tutti i cacciatori umbri e non solo di cacciare tortore selvatiche il 1° settembre.
I dubbi su app e controlli
La Lac contesta la app commissionata dalla Regione “per un asserito controllo in tempo reale sul numero degli esemplari abbattuti, con invio di alert e stop agli abbattimenti quando il numero risulti raggiunto. Sistema mai utilizzato prima – contesta l’associazione animalista – per il quale è necessario l’utilizzo di smartphone dei cacciatori (senza alcun accertamento nemmeno che il numero di cellulare che verrà indicato agli ATC, con il quale verranno comunicati gli abbattimenti, sia intestato ed in possesso del cacciatore in attività di caccia il 1 settembre p.v.) e che le attività di caccia vengano svolte solamente in luoghi dove sia presente segnale telefonico…”.
“Impossibile, in tutta evidenza – scrivono i responsabili della Lac – qualunque tipo di controllo esterno anche da parte di polizia giudiziaria. Inesistente il protocollo di attivazione ed uso della APP e le modalità di controllo e verifica ante, durante e post utilizzo. Manca chi dovrà detenere, come e dove, tutti i dati degli iscritti, dati soggetti a privacy”.
Latini conclude con una domanda: “Casuale che tale provvedimento così ‘urgente’ e privo di ogni motivazione venga emanato in pieno periodo di campagna elettorale e dopo vibranti proteste delle associazioni dei cacciatori apparse nei giorni scorsi su vari media locali?”.