Nella serata di mercoledì scorso gli agenti della Seconda Sezione Criminalità Diffusa della Squadra Mobile, nell’ambito di un servizio mirato e finalizzato al contrasto dello spaccio di droga, hanno notato nel quartiere di Ferro di Cavallo, un ciclomotore con a bordo due soggetti, già conosciuti per precorsi precedenti di Polizia.
Una volta notata la pattuglia hanno cercato di far perdere le proprie tracce ma, dopo un breve pedinamento, i poliziotti li hanno raggiunti nei pressi della fermata del Minimetrò di piazzale Umbria Jazz.
I due hanno tentato un’ultima manovra per fuggire a piedi ma sono stati immediatamente bloccati dal rapido intervento del Sost. Comm. Roscioli e dei suoi uomini. Una volta in Questura sono stati identificati come 2 cittadini tunisini, vecchie conoscenze della Squadra Mobile e da tempo sotto la lente delle forze dell’ordine, come del resto molti loro connazionali dediti ad attività illecite, dalla Sezione Criminalità Diffusa.
Entrambi privi di documenti di riconoscimento e di titoli che legittimano la permanenza regolare sul territorio nazionale, all’esito delle verifiche prontamente effettuate, sono risultati destinatari di provvedimenti di cattura registrati sotto generalità diverse, presentando tutti e due molti alias.
In particolare, oltre a guidare lo scooter senza patente e senza assicurazione (fatti per cui è scattata una denuncia), S.S., classe 1982, doveva scontare un residuo di pena di sette mesi per spaccio, mentre A.M., del 1983, era rientrato in Italia prima dello scadere del termine previsto dopo essere stato espulso e per questo condannato ad un anno di reclusione; entrambi erano ben vestiti e curati, nonostante abbiano dichiarato di disporre solo di alloggi di fortuna, ed avevano una discreta somma di denaro di cui non hanno saputo giustificare provenienza.
Ecco in dettaglio i reati per cui i due cittadini tunisini erano ricercati:
S.S. – stupefacenti (arrestato dai CC di Nocera Umbra), ha ricevuto due ordini del Questore per lasciare il territorio nazionale; mentre si trovava in carcere è stato indagato dalla Polizia Penitenziaria per violenza e minaccia a P.U. ed ingiuria rivolta a personale della Polizia che faceva accesso al carcere di Capanne.
A.M. – associazione per delinquere finalizzata allo spaccio, minaccia, lesioni personali e percosse; clandestino nel territorio nazionale era stato accompagnato presso centro un centro di permanenza e poi espulso.