Le risorse, umane e finanziarie, su cui può contare il sistema regionale di assistenza al disagio mentale sono del tutto insufficienti ed è necessario che la Giunta regionale intervenga con sollecitudine. La richiesta è contenuta in una interrogazione presentata dal consigliere regionale Enrico Sebastiani (Pdl) che sottolinea: “Gli operatori sanitari umbri nel settore dei disturbi mentali hanno lanciato, con un documento consegnato all'assessorato alla Sanità, un grave allarme segnalando che ‘si è raggiunta e superata la soglia critica nella dotazione di risorse sotto la quale non è possibile garantire in alcun modo la qualità e la sostenibilità del modello assertivo comunitario dell'assistenza… e ciò comporta inevitabilmente non solo una caduta di efficacia e qualità dell'intervento, ma un aumento dei costi di gestione… con l'aumento di ricoveri extra regionali e residenzialità regionali”.Sebastiani osserva che “gli standard professionali previsti dal Piano sanitario regionale 2003/2005 non sono rispettati, in quanto nei 6 Centri di salute mentale del territorio perugino abbiamo 24 medici psichiatri e neuropsichiatri infantili, invece dei 34 previsti dai suddetti standard; 13 psicologi, invece dei 34 previsti; 5 assistenti sociali, invece dei 9 previsti; 90 infermieri professionali, invece dei 138 previsti, mentre nell'unico Servizio psichiatrico diagnosi e cura lo standard non è definito, ma sicuramente sarebbero necessari altri 2 medici e 4 infermieri per garantire tutte le reperibilità, sostituzioni, ferie e malattie. L'attività di day hospital permette ai pazienti di aderire meglio al progetto di cura e di monitorare le condizioni cliniche generali, ma attualmente è collocato lontano dall'area di emergenza, è dislocato su due piani e non garantisce una assistenza continua di 24 ore; è stato ventilato un taglio di 500 mila euro destinati fino ad oggi all'assistenza domiciliare, che consente ai malati di mantenere il proprio domicilio e sviluppare progetti di reinserimento sociale; non è più rinviabile il trasferimento al Santa Maria della Misericordia, in quanto l'ospedale psichiatrico attualmente si trova in una struttura ormai fatiscente”.”Le patologie che rientrano nei disturbi mentali (schizofrenia, depressione, disturbi d'ansia, anoressia e bulimia nervose, disturbi da abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti, disturbi ossessivi) – conclude il consigliere regionale – colpiscono ogni anno circa il 20 – 25 per cento della popolazione, anche in Umbria. Tutto il sistema creato in questi anni di tutela della salute mentale nel suo complesso, con la creazione di reti comunitarie, di servizi strettamente comunicanti con risorse umane e professionali preparate, è a forte rischio con la conseguenza di un pericoloso ritorno agli istituti di tipo manicomiale, in un momento in cui tra l'altro c'è un forte aumento di domanda sia per la crescita della popolazione studentesca ed immigrata che per l'insorgere di nuove tipologie di disagio”.
DISAGIO MENTALE E MANCANZA DI FONDI E RISORSE UMANE
Dom, 15/06/2008 - 20:11