Dipartimenti, studenti, lavoro, valori: il prof Marianelli nel primo giorno da rettore in pectore VIDEO

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Massimo Sbardella

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L'Università di Perugia per i prossimi 6 anni vista come un poliedro: unità nella distinzione, mantenendo salda l'identità
Mer, 18/06/2025 - 13:02

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Jeans e camicia bianca sotto la giacca blu, approccio informale e cordiale, ma subito operativo. Il professor Massimiliano Marianelli, nel primo giorno da rettore in pectore dell’Università degli Studi di Perugia (il passaggio del testimone con il magnifico Maurizio Oliviero si avrà il 3 novembre) risponde alle domande dei giornalisti, anticipando alcuni contenuti, ma soprattutto delineando il metodo con cui gestirà la governance dell’Ateneo.

Pronto ad accogliere le istanze che arriveranno dai Dipartimenti, chiamati ad un nuovo protagonismo, per abbattere quella distanza “tra il centro e la periferia” che potrebbe frenare la crescita dell’Ateneo. Marianelli vede l’Università degli Studi di Perugia, per i prossimi 6 anni, come un poliedro: “Unità nella distinzione”. Per arrivare all’appuntamento del 2028, quando l’Ateneo perugino taglierà il traguardo dei 720 anni di vita, con rinnovata “forza e identità”.

“I Dipartimenti – chiarisce – devono restituire ciascuno la propria visione specifica all’interno dell’identità dell’Ateneo”. Un’identità, ricorda e rivendica anche rispetto alla campagna elettorale condotta, che si fonda su due peculiarità dell’Università degli Studi di Perugia: “accoglienza” (e ricorda Capitini che proprio a Filosofia fu docente) e “ambiente” (citando San Francesco). Valori, quelli della pace e dell’inclusione e dell’attenzione all’ambiente, che sono stati al centro del messaggio di Papa Francesco.

Questa la visione strategica. Ma dopo 20 anni di lavoro per far crescere l’Università degli Studi di Perugia, Marianelli conosce bene anche le priorità dell’Ateneo, per fronteggiare le criticità emerse pur in un periodo di grande espansione della popolazione studentesca (arrivata a circa 30mila unità). A cominciare dai servizi agli studenti (la casa, i trasporti, il sostegno psicologico e medico, da definire con la Regione e gli altri interlocutori). La riqualificazione degli spazi, sia in una ricognizione delle manutenzioni ordinarie più urgenti, sia coinvolgendo il Dipartimento di Ingegneria in progetti in grado di attrarre risorse per interventi straordinari di riqualificazione.

Azioni concrete che, assicura, saranno declinate attraverso percorsi di partecipazione con i quali si dovrà “mettere in moto” la grande macchina dell’Ateneo.

Quanto ai piloti, oltre al prof Gammaitoni che sarà delegato alla sanità, Marianelli annuncia che, insieme ai delegati, ci saranno dei gruppi di lavoro impegnati su progetti specifici. Insomma, ci sarà spazio per tutti coloro che vorranno aiutare a rendere l’Università di Perugia autorevole nella ricerca e nell’offerta didattica, attrattivo e inclusivo. “Nessuno rimanda indietro” è il “valore di fondo” che ripete e che rivendica. Pur ribadendo che l’Università dovrà restare “indipendente, autonoma e libera” rispetto alla politica. Un’Università il cui ruolo deve però essere quello di “restituire una direzione, formulando proposte, anche alla politica”.

Per far questo, dovrà essere ancora più connessa con il territorio. Ricorda il successo di alcuni corsi che evidentemente intercettano esigenze di formazione. E l’importanza, dunque, di qualificare bene “l’identità dei Dipartimenti”. Invitando a presentare un’offerta formativa che non guardi solo al proprio stretto settore, ma che sia pronta anche a tagli per aprire alternative.

Guardando anche alle esigenze dei territori (non solo quello umbro) e delle imprese. Con un avvertimento: “La nostra è un’Università pubblica. Non deve essere una fucina di lavoro, ma uno spazio in cui si crei pensiero critico”. Perché nell’era dell’intelligenza artificiale serviranno sempre meno competenze specialistiche e più persone in grado di “dirigere processi”.

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