Venerdì 10 aprile la Chiesa celebra il Venerdì Santo, giorno della morte di Gesù Cristo, secondo giorno del triduo pasquale. E' l'unico giorno dell'anno in cui non si celebra la Messa, né si suonano le campane. A Spoleto l'arcivescovo mons. Riccardo Fontana presiederà la liturgia del Venerdì Santo (liturgia della Parola, adorazione della croce, e comunione con le ostie consacrate il giovedì Santo) alle ore 20 nella chiesa cattedrale.
Dopo la celebrazione in duomo ci sarà la Via Crucis per le strade della città: dalla cattedrale alla chiesa di S. Domenico. Saranno i giovani di Spoleto ad animare la Via Crucis. Il ricordo della morte del Signore sul monte Calvario, sarà anche un momento di preghiera per tutte quelle persone decedute a causa del terribile terremoto in Abruzzo. “La nostra Caritas Umbria, afferma l'arcivescovo Fontana, si è attivata subito, con Caritas Abruzzo. In collegamento con Caritas Italiana, che coordina le azioni nelle diocesi italiane in Abruzzo, faremo la nostra parte anche noi, con aiuti e volontari. Ci è stato chiesto di attivare la presenza dopo Pasqua. Ai Vescovi dell'Abruzzo, alla delegazione Caritas di quella Regione abbiamo già assicurato che ci siamo e staremo loro accanto in questi difficili mesi in cui, con l'onda del sisma, seguiterà a sobbalzare il sistema di sicurezze di chi vi è stato coinvolto”.
Sabato Santo, 11 aprile, mons. Fontana presiederà la veglia nella chiesa cattedrale alle ore 23 e battezzerà alcune persone adulte della diocesi, che hanno scelto di diventare cristiani. Il giorno di Pasqua ci sarà il solenne pontificale alle ore 11.30. Nel pomeriggio l'arcivescovo sarà a celebrare la Pasqua con i detenuti del Supercarcere di Maiano di Spoleto. “In questa Pasqua, afferma mons. Fontana, dobbiamo portare Gesù fuori dal tempio, perché Gesù ce lo chiede, lui che ha lasciato il santuario del Cielo per venirsi a confondere con la povertà di Betlemme, la fatica della predicazione nella vita pubblica, la sofferenza della passione. La sua stessa resurrezione, che celebriamo ancora una volta in questa Pasqua, è perché il mondo veda, perchè il mondo creda”.
” Non è un tesoro per noi- dice il presule- ma fuoco con cui accendere il mondo. Brucino le scorie, ognuno ritrovi la verità d'essere figlio di Dio, fratello e sorella degli altri, uomini e donne della terra intera. La via che Dio ha predisposto per mostrare la sua paternità è la misericordia. La Chiesa assomiglierà al Signore se avrà il coraggio della misericordia. Assomiglieremo al Padre nostro che sta nei cieli, se saremo capaci di perdonare. Non ci è chiesto di difendere un tesoro prezioso di nostra proprietà, una verità astratta, ma una verità incarnata”.