Per il momento, meglio non toccare il regolamento n. 34 sulla caccia ai cinghiali in Umbria. Tanto più alla luce dell’emergenza Psa e delle indicazioni conseguenti per cercare di evitare che il contagio si diffonda anche in Umbria.
Questa la valutazione del gruppo dirigente della Libera Caccia, che si è riunito a Spoleto per affrontare alcuni temi relativi all’immagine dell’associazione e al suo posizionamento politico su questioni che interessano il mondo venatorio umbro.
Quanto al regolamento 34 – anche alla luce della proposta di riforma inviata alla Regione da Federcaccia, che tanto dibattito sta suscitando tra squadre cinghialiste, cacciatori singoli e selettori – il gruppo dirigente della Libera Caccia, dopo un ampio confronto sul piano politico, giuridico e sanitario, ritiene che non sia questa la fase per modificare una normativa che pure dovrà essere rivista.
Così come, per la Libera Caccia, vanno intanto rivisti i regolamenti relativi agli Atc, gli appostamenti fissi, il piano faunistico.
La Libera Caccia, inoltre, ritiene che molti cacciatori, così come quanti sono addetti alla vigilanza, non sono pronti alla completa migrazione verso il tesserino venatorio digitale. Per questo, si ribadisce l’importanza di continuare a mantenere anche quello cartaceo.
Il gruppo dirigente della Libera Caccia ha poi affrontato gli aspetti operativi della partecipazione dell’associazione al Caccia Village, in programma a Umbriafiere di Bastia Umbra dal 10 al12 maggio. La Libera Caccia si è attrezzata per assicurare ai visitatori del proprio stand accoglienza, informazioni e spiegazioni sulla politica venatoria e la proposta vantaggiosa per la copertura assicurativa. Oltre ai consueti momenti di divertimenti e di condivisione della passione della caccia.