Un anno e 6 mesi di reclusione – pena sospesa – al professore 52enne di San Giustino, arrestato lo scorso febbraio con l’accusa di spaccio di stupefacenti proprio mentre stava cedendo cocaina davanti casa ad un 40enne del posto.
Si è chiusa davanti al giudice con un patteggiamento – concordato fra il legale Eugenio Zaganelli e la Procura – la vicenda giudiziaria dell’insegnante “pusher”, inevitabilmente sospeso anche dal suo lavoro subito dopo i domiciliari scattati 4 mesi fa.
Le indagini, condotte dalla Finanza di Città di Castello, avevano rivelato la doppia vita del docente, che di giorno insegnava matematica in una scuola media della Valtiberina toscana mentre, nel tempo libero, spacciava. In particolare i militari avevano notato un continuo via vai di persone sospette nel parcheggio e nei locali al piano terra dell’abitazione del professore. Si era parlato allora di un maxi giro di droga tra San Giustino, Citerna e Sansepolcro.
Durante la perquisizione in casa dell’uomo, precisamente in garage, erano stati sequestrati un bilancino di precisione, sostanze da taglio e denaro contante, proveniente dall’attività illecita. Sarebbero stati inoltre ricostruiti poco meno di 200 episodi di cessione di droga (80 quelli accertati), equivalenti ad un etto di cocaina ceduta, con un incasso di oltre 10.000 euro di provento illecito.
Le indagini avevano portato ad individuare anche 12 persone tra i 34 e 53 anni, segnalate poi come assuntori di cocaina alle competenti Prefetture di Perugia e Arezzo. Gli accertamenti avevano poi fatto emergere come le cessioni di droga avvenissero mediante ordini effettuati su WhatsApp, utilizzando un linguaggio in codice per eludere eventuali controlli.