Jacopo Brugalossi
Hanno risposto con grande solerzia i deputati umbri del Partito Democratico Gianpiero Bocci e Walter Verini all’appello della presidente del consiglio comunale di Spoleto Patrizia Cristofori in merito alla drammatica situazione in cui versa il carcere spoletino di Maiano. Situazione che è balzata ormai da tempo agli onori delle cronache, ma che i due parlamentari hanno potuto oggi “toccare con mano“, avendo compiuto un lungo ed accurato sopralluogo nel penitenziario durante il quale si sono intrattenuti anche col direttore e con il responsabile degli agenti di Polizia Penitenziaria che vi lavorano.
La situazione – L’aggettivo “drammatico” per definire l’andamento delle cose sembrerebbe quanto mai azzeccato. Ad oggi il carcere di Maiano ospita 714 detenuti, contro i 280 di due anni fa, e ci sono 65 agenti di Polizia Penitenziaria e 4 educatori in meno rispetto a quelli previsti dal regolamento. Inoltre, ha spiegato Bocci, i detenuti cosiddetti di ‘minima sicurezza’, spesso extracomunitari e tossicodipendenti, creano diversi problemi e sono molto difficile da gestire, nonostante sulla carta dovrebbero essere quelli meno impegnativi. “La mancanza di risorse umane ed economiche che ha portato al sovraffollamento e alla carenza di personale – ha aggiunto il deputato – causa ingenti problemi di sicurezza, con gesti di autolesionismo divenuti purtroppo una pratica quasi quotidiana. Ecco perché in un quadro così scuro il personale e la direzione del carcere meritano un elogio, riuscendo con un profilo umano molto alto a tenere sotto controllo una situazione costantemente sull’orlo dell’esplosione”. Non è meno preoccupato Walter Verini, secondo cui non è accettabile che, a causa del sovraffollamento, alcuni detenuti debbano dormire negli spazi ludici e di interesse sociale, la cui funzione sarebbe invece importantissima per spezzare la monotonia delle loro giornate. “Per di più – ha proseguito – per colpa dei tagli ministeriali l’istituto è a corto perfino della carta igienica e dei detersivi”. Il deputato, infine, ha ribadito l’assoluta necessità di aumentare le unità di personale nella struttura per evitare condizioni di lavoro massacranti sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico.
I possibili rimedi – “Le carceri umbre, compreso ovviamente quello di Spoleto, non possono ospitare neanche un detenuto in più”, ha tuonato Gianpiero Bocci. “E’ ora che il governo se ne renda conto e inizi a prendere le adeguate misure, poiché nell’ambito di un’emergenza nazionale presa sotto gamba anni or sono l’Umbria è stata già oltremodo penalizzata”. Verini ha spiegato quale sarà il prossimo passo che compirà insieme al suo collega: raggruppare tutti i parlamentari umbri per chiedere un incontro al Ministro della Giustizia Nitto Palma e al capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Franco Ionta, in cui denunciare la situazione e chiedere interventi strutturali. Da parte sua, anche il Comune di Spoleto è deciso a fare qualcosa. “Il carcere è parte integrante della nostra comunità e una delle più grandi imprese del nostro territorio – ha detto la presidente del consiglio comunale Patrizia Cristofori – per questo occuparcene deve essere una delle nostre priorità”. Il Sindaco Benedetti ha posto l’accento sull’aspetto dell’emergenza sociale. “Non bisogna mai dimenticare che chi è in carcere sta pagando per un reato commesso – ha affermato –, ma molti detenuti hanno una famiglia e dei figli che li vanno a visitare. Non possiamo permettere che l’emergenza ricada su di loro”. L’esempio fatto dal sindaco ha riguardato i trasporti pubblici, spesso l’unico modo che i familiari hanno per raggiungere in carcere i propri cari, e che Benedetti ha intenzione di potenziare tramite un bus a chiamata, con modalità e orari da concordare insieme all’Umbria Mobilità.