Versa in uno stato di completo degrado, avvolto tra erbacce e opere in compiute, il complesso funerario di Cortaccione di Spoleto, portato alla luce nel 1986 e annoverato tra le scoperte di maggiore interesse – dell'eta agustea – sia per le dimensioni che per lo stato di conservazione. La fotografia dell'area archeologica è stata fatta dal consigliere provinciale del Pdl, Giampiero Panfili, che nel “questione time” ha ricordato inoltre che “nonostante il primo entusiasmo per la scoperta del complesso funerario i progetti annunciati – Parco storico Archeologico, un parcheggio e una pista ciclabile – sono stati progressivamente accantonati tanto che, ad oggi, si registra uno stato di abbandono e di incuria dell'intera area”. “Oltre 24 anni dopo la scoperta – ha concluso Panfili – Cortaccione è un progetto incompleto e per il quale si sono buttati via tanti denari della Provincia. Serve ora capire come riparare gli errori del passato e riportarla alla ribalta di turisti e appassionati dato che l'area è praticamente chiusa al pubblico”. L'assessore Donatella Porzi ha spiegato che “attualmente il sito del Cortaccione non è oggetto di interventi di recupero e di valorizzazione come ci è stato detto dalla Soprintendenza” mentre per quanto riguarda l'apertura al pubblico con tanto di convenzione per la gestione “si attende l'acquisto di un'area circostante per il passaggio pedonale e carrabile presso il sito archeologico di Cortaccione”. Il consigliere Panfili si è detto insoddisfatto della risposta “perché dimostra come anche in questo progetto sono stati buttati via oltre 78mila euro senza poi che nessuna ne possa usufruire”.