Città di Castello

Davide Pecorelli, chiuse indagini in Albania | Accusato di 5 reati, rischia estradizione

Sono state chiuse ieri (17 ottobre) le indagini della Procura di Puka (Albania) su Davide Pecorelli, il 46enne imprenditore di San Giustino, scomparso in Albania nel gennaio 2021 e ritrovato naufrago nel Tirreno 9 mesi dopo, quando raccontò la sua incredibile storia fatta di problemi economici, fughe con preti e tesori.

Come riporta la testata albanese Report Tv il sangiustinese, per il quale è stato approvato un mandato di cattura, è stato accusato di ben 5 reati: si tratta di frode, profanazione di tombe, “azioni che impediscono la scoperta della verità”, “distruzione di beni mediante incendio” e “attraversamento illegale del confine di Stato”. Tutti sarebbero stati compiuti “in collaborazione” con dei complici e tra questi potrebbe esserci proprio il prete, più volte citato dall’imprenditore, che lo avrebbe aiutato a nascondersi e a inscenare la sua falsa morte per sfuggire ai debiti in Italia.

La Procura di Puka avrebbe già comunicato l’accusa a Pecorelli tramite una lettera ufficiale, chiedendo alla polizia di “arrestarlo immediatamente qualora si presentasse in Albania”. Al termine del processo, e in caso di condanna, per il 46enne potrebbe essere richiesta l’estradizione dall’Italia per scontare la pena in Albania.

Davide Pecorelli era scomparso nel gennaio 2021 proprio a Puka, dove era stata trovata bruciata l’auto da lui noleggiata all’aeroporto con dentro presunti resti umani. Dopo 9 mesi di indagini anche per omicidio l’imprenditore, il 17 settembre, è stato ritrovato vivo e vegeto a bordo di un gommone al largo dell’isola di Montecristo “alla ricerca – secondo quanto dichiarato da lui stesso – di un tesoro”. Il racconto dei mesi della scomparsa da parte di Pecorelli ha poi fatto emergere ulteriori dettagli, dal nascondiglio a Medjugorje fino all’incredibile messinscena dell’auto bruciata, dove le ossa ritrovate, in realtà, sono risultate prelevate da un ossario di Puka (come rivelato anche dall’esame del Dna).

Tornando in Italia lo scorso giugno il pm della Procura toscana Anna Pensabene – dopo le dichiarazioni di Pecorelli sulle monete d’oro in suo possesso, ritrovate a suo dire all’Isola di Montecristo – aveva chiesto l’archiviazione per il reato di ricettazione, anche se, un mese dopo, è arrivato l’avviso di conclusione delle indagini per i reati di autocalunnia, sostituzione di persona e presentazione di documenti falsi. Al momento Davide vive libero in Altotevere, ma come già detto tempo fa, si è sempre detto pronto a tornare in Albania e ad affrontare la giustizia.