Città di Castello

“Sono stato a Medjugorje tra i preti”, Pecorelli choc confessa anche reati in Albania

Capelli lunghi e schiariti, cappellino stile militare, occhiali da sole e una maglietta con teschio e scritta “Fuck”. Davide Pecorelli si è presentato così, ieri pomeriggio (20 settembre) a Perugia, per raccontare la sua verità davanti al procuratore capo Raffaele Cantone e al pm Giuseppe Petrazzini nell’ambito del fascicolo aperto per omicidio sul suo incredibile caso di scomparsa e sul suo ritrovamento da naufrago, dopo 9 mesi, in mezzo al Tirreno.

Le prime parole di Pecorelli

Dopo tre ore di interrogatorio le sue prime parole alla stampa, senza la presenza di un avvocato, hanno già suscitato non poco clamore: “Sono stato in una comunità di preti a Medjugorje” ha detto ai giornalisti fuori dalla procura, invitando quest’ultimi ad avere “rispetto per lui per i suoi 4 figli, tre dei quali minorenni”. “La mia famiglia non sapeva dove fossi fino a quando non mi hanno ritrovato a Montecristo” ha aggiunto, sottolineando che la presunta (ma ormai certa) simulazione di omicidio non sarebbe nata per riscuotere il premio dell’assicurazione sulla vita, “sono 30 anni che ho questa polizza”.

Pecorelli al Giglio per le monete antiche

Prima di dirigersi verso il Giglio – dove è emerso che Davide potesse addirittura essere alla ricerca di monete antiche sul fondo del mare (in albergo le forze dell’ordine hanno trovato oggetti che solo un appassionato di numismatica può avere) – la “presenza in vita” dell’imprenditore sarebbe stata “scoperta” dagli inquirenti 48 ore prima, quando da Roma arriva la conferma di un prelievo fatto con la carta di credito, peraltro cointestata con l’attuale compagna. Ed è proprio dalla capitale – dove sarebbe arrivato da Medjugorje con mezzi pubblici – che si sarebbe poi diretto all’isola toscana in cerca di tesori, dove due giorni dopo quel gommone lo avrebbe tradito riportandolo dall’oblio alla ribalta nazionale.

“Ho commesso reati in Albania”

“Non posso dire altro. La prima parte di questa storia è anche tragica – ha sottolineato il 45enne, che a quanto pare sarebbe stato costretto alla fuga per seri problemi economici L’unica cosa certa – ha infatti aggiunto – è che non farò più l’imprenditore in Italia”. Davide Pecorelli ha detto poi di non avere “nulla da nascondere”, ammettendo poi di aver commesso “reati anche in Albania”, dopo l’unica denuncia finora sporta a suo carico in Italia, quella della sostituzione di persona per aver prenotato albergo e gommone al Giglio con documenti falsi. Tra i reati commessi nel paese balcanico ci sarebbe proprio la simulazione di omicidio, con la macchina data alle fiamme e quei resti ossei all’interno che Pecorelli potrebbe addirittura aver trafugato da un cimitero.

Il filmato dall’Albania

Intanto proprio dall’Albania, il canale Klan Tv ha pubblicato filmati esclusivi su Davide Pecorelli, due giorni prima che l’imprenditore italiano sparisse a Puke e facesse perdere le sue tracce. Nelle immagini trasmesse dalla trasmissione “Uniko”, Pecorelli – il 4 gennaio 2021 – sembra uscire dalla Skoda alle 18:48 di sera in un parcheggio dove ci sono altre persone, una delle quali sembrerebbe aspettare proprio l’imprenditore. Due giorni dopo la Skoda sarà carbonizzata.