Sono ormai fermi da oltre tre mesi i lavori per la nuova Scuola Media “Dante Alighieri” di Città di Castello.
Il “caso” è finito anche all’attenzione del Consiglio comunale con un’interpellanza a firma di Elda Rossi, Riccardo Leveque (Fratelli d’Italia), Tommaso Campagni (Forza Italia), Valerio Mancini (Lega) e Roberto Marinelli (Civica Marinelli) proprio per chiedere spiegazioni sulle motivazioni dello stop e chiarimenti sullo stato delle opere.
La vicenda assume contorni sempre più complessi, considerate anche le implicazioni economiche per il Comune, che ha acceso un mutuo di 1,5 milioni di euro, portando la sua compartecipazione a 1,75 milioni. Complessivamente per la ricostruzione ex novo della nuova struttura è stato previsto un investimento da 12.293.500 euro finanziato per gran parte dal Pnrr.
I consiglieri di centrodestra hanno sollecitato risposte soprattutto in merito al rispetto del cronoprogramma – che prevede la conclusione dei lavori entro il 31 marzo 2026 (tra un anno esatto) pena la revoca dei finanziamenti –, sul piano di smaltimento rifiuti derivanti dalla demolizione (conclusasi a fine 2024), sugli impegni economici già assunti e le eventuali penali previste.

Va ricordato che nel 2023 l’Amministrazione ha aderito alla procedura di affidamento lavori tramite Invitalia – Ente strumentale del Ministero dell’Istruzione -, che ha selezionato sia progetto che impresa appaltatrice. Tuttavia, il cantiere, avviato il 29 marzo 2024, ha subito continui rallentamenti. Il Comune ha segnalato più volte le inadempienze dell’azienda affidataria: già ad agosto 2024, il sindaco aveva evidenziato difficoltà operative e di comunicazione con l’impresa mentre a dicembre scorso ha diffidato formalmente l’azienda a riprendere i lavori, ma senza esito. La stessa Invitalia ha emesso diffide nei confronti della ditta appaltatrice, che tuttavia ha sempre continuato a non ottemperare agli obblighi contrattuali.

Come riferito dal sindaco Luca Secondi in aula “non si tratta neanche di un caso isolato: la stessa impresa risulta infatti problematica in altri cantieri pubblici, come a Perugia e Orvieto, dove si stanno verificando situazioni analoghe”. Il Comune di Città di Castello, già a metà febbraio di quest’anno aveva chiesto l’intervento del Prefetto Armando Gradone, che aveva riunito una cabina di regia sui progetti Pnrr della provincia di Perugia, impegnandosi a sollecitare il Ministero dell’Istruzione. Ma finora tutte le richieste dell’Amministrazione tifernate sono state ignorate.
Secondi ha poi chiarito che “il ritardo accumulato dall’impresa ammonta a 300 giorni su 540 previsti dal contratto. Al momento, i lavori non sono più ripresi da dopo la pausa natalizia“. Sullo smaltimento dei rifiuti, invece, il primo cittadino ha confermato che gran parte dei detriti sono stati rimossi, mentre i materiali selezionati per il riutilizzo in cantiere restano stoccati secondo le normative.

“Dal punto di vista economico, – ha aggiunto Secondi – finora sono stati liquidati 665.000 euro per spese tecniche, mentre l’impresa non ha ricevuto alcun anticipo poiché non è stato raggiunto l’importo minimo per il primo stato di avanzamento lavori. In caso di risoluzione contrattuale, cosa che avverrà sicuramente, sarà la stessa Invitalia a individuare un nuovo operatore economico per portare avanti il progetto. Le penali previste per l’impresa appaltatrice ammontano all’1 per mille dell’importo lavori per ogni giorno di ritardo, che essendo già 300 hanno raggiunto già il 30% del valore contrattuale”.
Il sindaco ha comunque ribadito la volontà di proseguire con determinazione per risolvere la questione: “Abbiamo una scuola demolita e un’impresa scelta dal Ministero che non sta rispettando il contratto. Il Ministero deve assumersi le proprie responsabilità e darci risposte concrete. Da parte nostra, continueremo a essere rigidi nel pretendere il rispetto degli impegni presi“.