“Forza Italia, serve un scossa“. Ad invocarla, da capogruppo di Forza Italia, è il vice presidente della Giunta regionale dell’Umbria, Roberto Morroni. Ma il suo è un appello che travalica i confini regionali del partito fondato da Silvio Berlusconi. L’ala moderata dell’alleanza di centrodestra che ha trionfato in molte regioni, ma che rischia di essere schiacciata dalla Lega di Salvini e ora dall’ascesa di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
L’appello a Forza Italia
E così, all’indomani dell’esito della consultazione elettorale che ha portato al rinnovo dei governatori e delle assemblee legislative di diverse regioni, appare non più eludibile a Morroni l’avvio di “una profonda, rigorosa e fattiva riflessione all’interno di Forza Italia“.
Morroni parte proprio dalla progressiva e consistente erosione che da tempo scuote la base elettorale azzurra e che ha trovato una ulteriore conferma nel voto dei giorni scorsi.
“Il livello dei consensi – scrive Morroni – è ormai tale da lasciare prefigurare in prospettiva due rischi concreti: la dissoluzione da una parte e dall’altra la sopravvivenza con percentuali residuali che condannano inesorabilmente alla irrilevanza politica“.
La “scossa”
Di fronte a questo quadro il vice presidente della Giunta regionale dell’Umbria invita il suo partito, “con estrema urgenza“, ad una “reazione decisa che consenta di interrompere la traiettoria in atto e getti le basi per ridare vigore, forza attrattiva, all’identità e alla funzione politica di un partito-movimento che tanto ha dato e tanto può continuare a dare alla vita democratica del nostro Paese“.
I valori di Forza Italia
Il punto centrale, per Morroni, sono i valori che distinguono Forza Italia nel contesto del panorama politico nazionale. “Una forza saldamente ancorata alla tradizione liberaldemocratica – rivendica Morroni – che crede nell’economia di mercato e negli istituti della democrazia liberale, ad iniziare dalle assemblee elettive; che pone al centro la persona, le sue libertà, le sue aspirazioni, la sua voglia di intraprendere, il suo desiderio di realizzazione coniugandoli in un contesto organico di diritti e doveri, che sostiene e incentiva il merito quale leva di promozione individuale e collettiva, che guarda al bisogno con la volontà di rimuoverlo senza scadere nella palude dell’assistenzialismo. Una forza pluralista, laica e riformista, convintamente europeista, interprete e prodotto del patrimonio ideale occidentale, con una cultura di governo pragmatica aperta al futuro, alla modernità, al progresso“.
Contro il populismo
Per queste ragioni Forza Italia è refrattaria “ai bagliori del populismo, della demagogia, della retorica antieuropeista“. E d’altra parte si pone in alternativa “rispetto ad una sinistra ambigua, in perenne crisi di identità, distante dalle esperienze di governo delle moderne socialdemocrazie europee“.
Lo sguardo al centro
Dunque, Forza Italia ha ancora un proprio spazio nel contesto politico italiano. Quello spazio che a giudizio di Morroni “al momento nessun altro soggetto è stato in grado di occupare“. Che mette in guardia: “Il voto dei giorni scorsi si è incaricato di raffreddare le velleità coltivate in tal senso da alcune neo-formazioni e dai rispettivi leader o aspiranti tali, da Renzi a Calenda“.
La Bad Godesber azzurra
Morroni invoca una “rifondazione” di Forza Italia. Evoca Bad Godesber, l’attuale Bonn tedesca, dove nel 1959 fu delineato il programma del Partito socialdemocratico tedesco (Spd). Una “rifondazione” che segni il cammino “teso a ridare autorevolezza, riconoscibilità, rappresentatività, ad una proposta politica verso la quale una parte significativa dell’elettorato nutre potenzialmente interesse“. Una Bad Godesberg che secondo Morroni deve rafforzare anche la futura alleanza di centrodestra, anche in vista di un suo previsto spostamento verso il centro.
L’elettorato moderato
Un piano che guardi a “quell’elettorato che alla rabbia preferisce la ragione, alla protesta la proposta, al sovranismo la prospettiva europea; quell’elettorato che non vuole e non chiede assistenzialismo, perché sa bene che sviluppo e lavoro sono la risultante di investimenti sia pubblici che privati, che reclama una governabilità non del giorno per giorno ma in grado di tracciare una visione del futuro, un futuro verso il quale proiettarsi non con paura, ma con l’ottimismo della volontà“.
I punti del “nuovo corso”
I punti essenziali del “nuovo corso“, per Morroni, devono essere la rimessa a lucido del bagaglio ideale-valoriale attraverso la stesura di un “ manifesto di identità”; la costruzione di una piattaforma programmatica “Programma Italia 2030” che espliciti le riforme necessarie per un’azione di governo che nei prossimi dieci anni proietti l’Italia nel novero dei paesi più avanzati per ritmi di sviluppo e standard di progresso.
La selezione della classe dirigente
Un nuovo corso, inoltre, che deve sapersi misurare con il tema della selezione della classe dirigente, passando dalla cooptazione alla elezione, ovvero dalla nomina dall’alto alla legittimazione dal basso.
Un percorso, quello immaginato da Morroni, che deve avere il suo start a livello nazionale e subito dopo snodarsi in ogni regione per assicurare una virata robusta, omogenea e sincronizzata su ogni territorio.
“Anche se sensibilmente indebolita – rivendica Morroni – tuttavia Forza Italia conserva ancora un corpo organizzativo vitale, composto da un personale politico cui non fanno difetto preparazione, esperienza, voglia di rilancio. Da qui la richiesta di una ‘scossa’ per ridare slancio e prospettiva ad un’offerta politica che serve alla vita democratica del Paese“.