Gerbo e signorilità segnavano lo stile di Ernesto Cesaretti. Nella conduzione delle sue aziende e nel ricoprire gli incarichi istituzionali in ambito Confindustria. Un approccio signorile, da gentiluomo come in tanti oggi lo ricordano, che a dispetto dei numerosi e prestigiosi incarichi ricoperti portava Cesaretti a rifuggire i riflettori.
L’imprenditore, morto a Tenerife due giorni prima il suo 83esimo compleanno, aveva saputo dare una svolta all’azienda di famiglia, la F.lli Cesaretti, nel Dopoguerra una piccola azienda meccanica che nel dopoguerra impiegava solo tre operai nella riparazione e trasformazione di mezzi residuati in macchinari per l’agricoltura.
Nel 1964 la nascita dell’azienda Scai, di cui Ernesto Cesaretti è assoluto protagonista: da amministratore delegato allaccia collaborazioni con le più importanti aziende internazionali, tra cui la statunitense John Deere, la tedesca Liebherr e la giapponese Komatsu.
Nel 1981 arriva l’accordo con il gruppo Fiat per la distribuzione dei macchinari per il movimento terra Fiat-Allis, e nel 1988 per la creazione della società Geomach.
Negli anni Novanta la Scai di Cesaretti apre alla collaborazione con il gruppo giapponese Hitachi, di cui diventa il primo distributore in Europa. Espandendosi a Malta e nell’area dei Balcani.
Cesaretti è anche regista di altre operazioni con la Cesaretti Agricoltura Srl e la F.lli Cesaretti srl, la holding di famiglia che da lui presieduta. Un impero da 140 milioni di fatturato, oltre 150 dipendenti e 200 addetti nell’indotto.
Successi imprenditoriali che lo portano a ricoprire la carica prima di presidente di Confindustria Perugia – nel biennio 2011-13 – e poi di Confindustria Umbria, traghettando l’associazione verso la riorganizzazione in chiave regionale.
Il legame con Carlo Colaiacovo lo porta a condividere con l’imprenditore eugubino ed altri le esperienze nell’editoria con Umbria Tv (di cui è stato presidente) e Il Giornale dell’Umbria. E nella governance della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
Nel 2016 assume anche l’incarico di presidente di Sase, la società che gestisce l’aeroporto internazionale dell’Umbria.
Gli assisani, poi, ricordano il sostegno personale per il restauro della Basilica di San Francesco, danneggiata dal terremoto.