Gli imprenditori pronti a sostenere l'ad di Vitakraft, altri alla finestra in attesa che si sciolga il nodo Curi
Claudio Sciurpa esce allo scoperto: se ci sono le condizioni (e se Massimiliano Santopadre rivede al ribasso le proprie pretese) è pronto a rilevare il Perugia Calcio.
Come anticipato, nel summit di giovedì sono stati messi sul tavolo carte e numeri della società biancorossa. Compreso quel debito che si è accumulato a seguito del Covid e che ha convinto Santopadre a passare la mano, oltre all’aperta ostilità manifestata da tifosi e di fatto da gran parte della città, insofferente per i mancati risultati sportivi e per certi atteggiamenti dell’imprenditore romano.
I conti vagliati da Sandro Paiano
Garante della trasparenza dei conti messi sul tavolo un uomo super partes: Sandro Paiano, consulente sia del club biancorosso, sia delle aziende della famiglia Sciurpa. Niente sorprese, dunque, per eventuali debiti futuri aggiuntivi. Così come è stata fatta una proiezione dei costi, sia in caso di permanenza in C, sia con un esito positivo dei playoff. Al termine dei quali le parti torneranno ad incontrarsi, avendo a quel punto lo scenario certo, sia dal punto di vista tecnico-sportivo, sia da quello economico-finanziario.
Sciurpa, che un anno fa, di fronte alla platea dell’Auditorium Santa Giuliana aveva detto di non essere interessato alla sponsorizzazione del Perugia in C, perché poco visibile, ha poi continuato a sostenere il club anche dopo la retrocessione. Segno di come tenga allo sport e, in questo momento, al calcio.
Gli imprenditori “amici”
L’amicizia e la stima di Santopadre, saltate alcune trattative con presunti fiduciari di conti esteri, hanno portato il patron del Perugia ad incaricarlo come advisor di fatto per verificare l’esistenza di imprenditori locali interessati ad investire nel Perugia, a qualsiasi titolo.
Ma Claudio Sciurpa, che già nel volley ha avuto un ruolo da protagonista, si è convinto della possibilità di gestire a modo suo il club di calcio. E questo grazie alla disponibilità di alcuni “amici”, come li ha definiti. Si tratta di Claudio ed Emanuele Antonini, della Central Energy di Marsciano, già sponsor del Perugia. Coinvolgimento anche di Metteo Perelli, titolare della Mericat. Sciurpa ha buoni rapporti anche con Matteo Monetti, della Vim di Città di Castello, attuale sponsor della Sir nel volley.
Nuovi Curi, imprenditori delle costruzioni alla finestra
La possibilità di intervenire sullo stadio Curi, poi, fa stare alla finestra altri imprenditori, questa volta del settore delle costruzioni. Sia nel caso in cui si proceda con il progetto di ricostruire lo stadio (quello presentato da Arena Curi o da altri eventuali privati), sia si scelga invece di mettere mano all’attuale impianto, al di là degli interventi di ristrutturazione e adeguamento sismico già avviati dal Comune.
L’interlocuzione con un’eventuale proprietà umbra potrebbe portare alcuni degli imprenditori già coinvolti nel progetto stadio ad acquisire quote anche del club. Cosa che del resto viene vista a Palazzo dei Priori (e non solo) come garanzia di una maggiore completezza e coerenza del progetto stesso.
Il futuro di Santopadre nel nuovo Perugia
Sciurpa e Santopadre, giovedì, hanno parlato anche del possibile ruolo dell’attuale presidente anche dopo il passaggio di mano. Santopadre non vuole più avere principalmente sulle sue spalle un fardello che non è in grado di sostenere. Ma vuole anche valorizzare i suoi asset. Sciurpa ha voluto l’incontro di giovedì anche per mettere nero su bianco le richieste di Santopadre, da riferire poi ai suoi soci. Anche in questo caso, è stato uno scenario A, con il Grifo C, e uno scenario B, in caso di un miracoloso successo ai playoff.
Quei playoff che Santopadre, sentito da Marco Taccucci per Umbria Tv al termine del summit a Pian di Massiano, ha detto di voler attendere, perché ora sono la priorità.
Sciurpa ha parlato dei tre ruoli che Santopadre potrebbe ritagliarsi nel nuovo Perugia: uscirne del tutto, essere sponsor tecnico (per tre anni) o restare per “dare una mano”. L’ipotesi di Santopadre come socio minoritario appare la meno plausibile (e del resto quella che i tifosi mal digerirebbero). A meno che nell’accordo non entri l’Academy, che Santopadre vuole valorizzare.