Corte dei Conti promuove le PA, punti deboli "personale, consulenze, fondi europei" - Tuttoggi.info

Corte dei Conti promuove le PA, punti deboli “personale, consulenze, fondi europei”

Sara Minciaroni

Corte dei Conti promuove le PA, punti deboli “personale, consulenze, fondi europei”

Tra i "casi" il viaggio in Argentina della Provincia e il curatore fallimentare da 1 milione e 400 mila euro
Ven, 26/02/2016 - 14:08

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La pubblica amministrazione umbra strappa il 6 più. Un giudizio di “ampia sufficienza” quello magistratura contabile riferito oggi dal procuratore regionale della Corte dei conti Antonio Giuseppone in occasione dell’incontro con la stampa per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016, prima della cerimonia nell’aula magna della Scuola di lingue estere dell”esercito

Il procuratore Giuseppone ha sottolineato comunque che ci sono “diverse cose da sistemare”. “Bisogna tenere puntata la lente d’ingrandimento – ha aggiunto – in particolare sulla gestione del personale, sulle consulenze e sui fondi comunitari”. Il procuratore ha definito un “nervo scoperto” la questione delle società partecipate, ricordando come la Cassazione abbia ripartito la giurisdizione tra il giudice ordinario e la Corte dei conti.

Sulla vicenda Gesenu ha parlato di “attenzione” per “eventuali danni subiti dai soci pubblici”. “Stiamo con gli occhi aperti – ha proseguito – e se intravedremo margini interverremo”. Giuseppone ha quindi evidenziato il ruolo svolto dai cittadini dai quali sono giunte molte segnalazioni. “Hanno compreso – ha sostenuto – quale è il nostro ruolo e le nostre competenze. Con loro c’è un canale attivo e molto importante”.

Nel corso dell’anno 2015, la Procura Regionale ha ricevuto 918 denunce, esposti, segnalazioni varie, di cui ha disposto l’apertura di nuove istruttorie per 674, mentre per 244 di esse ha proceduto alla archiviazione immediata in difetto delle condizioni previste dalla legge per poter aprire un nuovo fascicolo. Al riguardo, com’è noto, l’art. 17, comma 30ter, D.L. 1 luglio 2009 n. 78, convertito con modificazioni dalla L. 3 agosto 2009 n. 102 e modificato dal D.L. 3 agosto 2009 n. 103 convertito dalla L. 3 ottobre 2009 n. 141, prevede che le Procure Regionali presso la Corte dei conti possano iniziare l’attività istruttoria, a pena di nullità, a fronte di una notizia di danno specifica e concreta, fatte salve le fattispecie direttamente sanzionate dalla legge. Ciò comporta che al momento della ricezione.

Analizzando la fonte delle 674 nuove istruttorie aperte, emerge che detto dato è ulteriormente scomponibile nel seguente modo: 60 denunce provenienti da autorità giudiziarie (ivi comprese le comunicazioni delle Procure della Repubblica ex art. 129 delle disposizioni di attuazione del Codice di procedura penale); 47 da organi di controllo esterno; 2 quale esito delle verifiche amministrativo-contabili condotte dalla Ragioneria Generale dello Stato; 32 da associazioni e rappresentanti politici e sindacali; 72 da privati cittadini; 99 dalla stampa ed altri mezzi di informazione; 362 dalle Amministrazioni.

Da tale primo raffronto le istruttorie aperte a seguito di denuncia delle Amministrazioni costituirebbero il 53,71% circa di quelle complessivamente aperte nel 2015.  All’apparenza si potrebbe valutare tale risultato come soddisfacente, ma in realtà si tratta di un dato non del tutto 11 appagante, poiché esso si compone, in larga parte, di denunce per malpractice sanitaria (104), dell’invio delle delibere consiliari di riconoscimento debito fuori bilancio previsto dall’art. 23, comma 5, della L. 27 dicembre 2002 n. 289 (39), di infortuni (36), di danni da incidenti stradali (18) – fattispecie che debbono comunque essere oggetto di specifica denuncia – e che costituiscono comunque il 54,42% circa del totale delle 362 istruttorie aperte nel 2015 a seguito di denuncia delle Amministrazioni umbre.

Gli organi preposti stanno a zero segnalazioni. Significativo, ad esempio, è il dato pari a zero relativo alle denunce pervenute nel 2015 dagli organi di controllo interni (collegi sindacali e di revisione).

In compenso segnalano i cittadini. Altrettanto emblematico, peraltro, è il dato delle denunce aperte a seguito di segnalazioni di privati cittadini, in leggero aumento rispetto al dato del 2014. Di tali esposti, il cui numero “auspico possa ulteriormente incrementarsi – ha detto il procuratore – nell’anno in corso, ringrazio pubblicamente i cittadini umbri che, evidentemente, hanno a cuore la corretta gestione delle risorse pubbliche e confidano in un efficace intervento a tutela delle stesse da parte della Procura Regionale”.

I numeri. Nell’anno trascorso sono state operate 1.020 archiviazioni di istruttorie già aperte (di cui 9 dopo l’emissione dell’invito a dedurre) ed emessi 41 atti di citazione (con 118 convenuti in giudizio). I fascicoli istruttori pendenti al 31 dicembre 2015 sono risultati essere 3.207. Analizzando i predetti dati numerici emerge, rispetto al 2014, una riduzione del carico dei fascicoli pendenti (da 3.594 a 3.207), un sensibile incremento degli atti di citazione emessi (41 contro 29) nonché dell’ammontare dei danni erariali complessivamente contestati (passati da €. 2.936.884,62 a €. 8.042.040,24). La Sezione giurisdizionale ha emesso 27 sentenze di condanna per un ammontare di €. 1.167.279,28 di cui 5 relative a giudizi incardinati nell’anno 2015.

Nel corso del 2015 l’Ufficio ha formulato 823 richieste istruttorie (729 nel 2014), 3 istanze di sequestro conservativo (nessuna nel 2014), 44 inviti a fornire deduzioni (35 nel 2014) con 112 destinatari, ha tenuto 26 audizioni personali, ha partecipato a 22 udienze nelle quali, oltre ai giudizi di responsabilità amministrativa, si sono trattati 10 giudizi di conto. Sono stati presentati 17 appelli avverso sentenze di primo grado (1 nel 2014). Si tratta di dati significativi, che dimostrano l’operosità della Procura Regionale nell’anno appena trascorso e che debbono costituire il punto di partenza per l’attività nell’anno corrente al fine di consolidare, ove possibile, detto trend positivo.

Curatore fallimentare dovrà risarcire oltre 1 milione e 400 mila euro. Nell’ambito dei 41 atti di citazione emessi nel corso dell’anno 2015, di particolare interesse è il giudizio di responsabilità instaurato nei confronti di un curatore di numerosi fallimenti presso il Tribunale di Perugia che si era appropriato nel tempo di ingenti somme di pertinenza delle procedure dallo stesso gestite con conseguente danno ai creditori, tra cui l’Erario, per rilevantissimi importi, nell’ordine di diversi miliardi di lire. Per gli stessi fatti, che hanno avuto anche una notevole eco sulla stampa locale, l’imputato veniva condannato in sede penale per numerosi episodi di peculato e truffa aggravata. Con l’atto di citazione emesso è stato richiesto all’ex curatore fallimentare il risarcimento di €. 818.529,00 a titolo di danno patrimoniale e di €. 600.000,00 a titolo di danno all’immagine dell’Amministrazione della giustizia.

Cara costò l’Argentina alla Provincia di Perugia. In un altro caso è stato contestato ad un dirigente della Provincia di Perugia la illegittima (secondo la tesi accusatoria) corresponsione ad una società cooperativa del contributo di €. 15.000,00 quale cofinanziamento per un progetto teso allo sviluppo delle relazioni istituzionali e commerciali con l’Argentina, nell’ambito del quale una delegazione della Provincia (composta dal Presidente pro tempore, il proprio segretario, un assessore e lo stesso dirigente che aveva erogato il finanziamento) si è recata per ben due settimane in Argentina per incontrare alcune autorità locali. In tale contributo si è cercato di far rientrare le spese di viaggio e soggiorno di detta delegazione che peraltro erano ritenute inammissibili dalla stessa Provincia con conseguente richiesta di restituzione alla cooperativa di parte del contributo pubblico erogato. Il danno erariale contestato al predetto dirigente della Provincia ammontava pertanto al contributo residuo di €. 7.434,27 poiché dagli atti non emergeva alcun vantaggio per l’ente locale da detta spesa che è consistita in larga parte in rimborsi in favore del rappresentante della cooperativa destinataria del finanziamento, per l’organizzazione degli incontri della delegazione della Provincia con le autorità locali, compito che secondo la Procura Regionale avrebbe potuto essere facilmente svolto direttamente dall’ente coinvolgendo le autorità italiane in Argentina.

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