Nell’Umbria che dal 4 maggio si prepara ai parziali allentamenti, anche su sport e attività fisica, dei divieti anti Coronavirus, i pescatori rivolgono un appello alla governatrice Donatella Tesei.
Perché mentre altre Regioni (Lombardia, Veneto, Puglia) hanno consentito la pesca sportiva ed altre stanno meditando di farlo (tra questa anche le vicine Marche) in Umbria le canne sembrano destinate a rimanere in casa, insieme ai loro proprietari. Circa 15mila i pescatori con licenza, a cui se ne aggiungono altri 5mila che praticano attività nei laghetti privati.
Ventimila persone attorno alle quali gira un indotto importante anche dal punto di vista economico.
Tra coloro che chiedono alla Regione Umbria di consentire la ripresa della pesca sportiva almeno dal 4 maggio c’è Francesco Marini, segretario della First Cisl (il sindacato bancari), grande appassionato di pesca (era nella pattuglia azzurra ai Mondiali in Croazia): “Il professionismo non c’entra, parlo da persona che da sempre pratica questo sport. Uno sport individuale – ricorda – che può essere svolto in assoluta sicurezza, nel rispetto delle norme dell’ultimo Dpcm. Si pensi che per regolamento ogni pescatore deve stare ad una distanza di 8 metri dall’altro“. Insomma, già in condizioni normali i pescatori rispettano i protocolli anti Covid.
Sul cellulare di Marini stanno arrivando le foto di altri colleghi con i pesci pescati, nelle zone in cui già c’è stata la riapertura. “L’Umbria tra l’altro – sottolinea – è una delle regioni a più basso livello di contagio. La Regione ha perso un’occasione”.
I danni economici
E poi c’è il tema dell’indotto economico, da non sottovalutare in questo periodo di forte crisi economica legata alla pandemia. I 2 milioni e mezzo di pescatori in Italia muovono 400 milioni annui solo per la pesca in acque interne. Ma i tanti negozi al dettaglio, anche in Umbria, rischiano di restare senza clienti.
Da qui l’appello perché l’Umbria, almeno dal 4 maggio, consenta la pesca sportiva sui propri fiumi, in sicurezza, con regole che vietino i possibili assembramenti nei luoghi di ritrovo dei pescatori. Perché durante la pesca, di sicuro, la distanza di sicurezza i pescatori la manterranno, abbondantemente.