Coronavirus, in Emilia Romagna muore un medico 38enne di origini umbre - Tuttoggi.info

Coronavirus, in Emilia Romagna muore un medico 38enne di origini umbre

Flavia Pagliochini

Coronavirus, in Emilia Romagna muore un medico 38enne di origini umbre

L'ordine dei medici di Bologna ricorda Andrea Farioli, epidemiologo originario di Assisi trovato morto giovedì a 38 anni per un malore
Lun, 20/04/2020 - 15:51

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C’è anche un umbro tra i medici eroi che stanno combattendo il coronavirus. L’ordine dei medici di Bologna ricorda Andrea Farioli, epidemiologo originario di Assisi trovato morto giovedì a 38 anni per un malore.

Il giovane professionista, una brillante carriera riconosciuta anche ad Harvard, “aveva associato lo studio dell’epidemiologia della pandemia di Covid-19 ad un’attiva e instancabile presenza nell’ambito delle nostre attività di controllo e valutazione degli operatori del Policlinico“, racconta il segretario dell’ordine, Vittorio Lodi.

Il 38enne, nato ad Assisi, non sarebbe direttamente mancato a causa del coronavirus. Ma Lodi chiede che venga comunque ricordato tra i medici caduti nella battaglia. “Era stanco e l’avevamo più volte sollecitato a ridurre il tempo della sua presenza in servizio, cosa che lui aveva accettato solo parzialmente, perché riteneva essere suo dovere stare con noi ed essere di guida ai medici più giovani della nostra scuola. Non abbiamo certezze sulle vere cause della morte di Andrea. Credo però che la morte di Andrea presenti, comunque, un legame stretto con la pandemia da coronavirus, non so se direttamente con il virus o con la sua partecipazione alla lotta alla pandemia. Sono, quindi, convinto che debba essere ricordato tra i medici caduti in questa battaglia“, dice ancora Lodi.

Secondo i quotidiani emiliani, Farioli, nato ad Assisi, si era trasferito a Reggio Emilia da ragazzo. Dopo il liceo aveva deciso di frequentare l’università a Bologna laureandosi in medicina e ottenendo un dottorato di ricerca. Aveva una ricca serie di pubblicazioni e impegni costanti all’Università di Harvard.

A dare l’allarme è stata la sorella dopo che il dottore aveva parlato con il padre poche ore prima. Promettendo una chiamata anche il giorno dopo, che però non ha mai potuto fare. “Era molto stressato – ha raccontato il padre a Il Resto del Carlinoperché in questo periodo lavorava in reparto dodici ore al giorno. Era impegnato sia come epidemiologo, sia come medico del lavoro. Era molto stanco“.

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