Imprese umbre chiude per Coronavirus al pari delle regioni dove i contagi da Coronavirus sono ancora tanti. Confartigianato Umbria non ci sta, di fronte al nuovo Dpcm del Governo. E non se la prende solo con il Governo nazionale. Ritenendo “paradossale e deleterio per l’economia regionale il fatto che l’Umbria, la regione con la minore incidenza del contagio, sia del tutto indifferente e in atteggiamento passivo di fronte alle iniziative praticamente di tutte le regioni del nord e del centro che stanno cercando una strada autonoma per rispondere alle esigenze economiche di riapertura in piena sicurezza delle attività“.
“I danni che ogni ora si producono alla rete delle imprese umbre – ricorda Confartigianato – sono impressionanti e stanno ponendo una ipoteca sul nostro futuro. Occorrono interventi e certezze per anticipare le riaperture di tutte le attività umbre in sicurezza. Invece non otteniamo risposte nemmeno sulle questioni più semplici“.
Le richieste alla Regione Umbria
Confartigianato in Umbria ha richiesto alla presidente della Giunta regionale Donatella Tesei una ordinanza per riattivare da subito, quindi prima del previsto 4 maggio, l’attività di vendita per asporto da parte di bar, ristoranti, pizzerie, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie ecc. .
Ordinanze di questo tipo sono già in vigore in Toscana, Marche, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia. Tutte regioni che hanno una incidenza del contagio superiore rispetto all’Umbria.
“Tale possibilità – sottolinea Confartigianato Umbria – nella piena sicurezza sanitaria garantita da alcuni semplici accorgimenti consentirebbe un riavvio immediato di almeno una parte dell’attività economica delle imprese del settore alimentare. Anticipare di una settimana la vendita per asporto è perfettamente possibile considerato che sette regioni hanno già proceduto in tal senso. In Umbria significherebbe evitare una parte degli ingentissimi danni giornalieri che si verificano a discapito dei settori economici sopra indicati. Gli imprenditori dell’Umbria stanno soffrendo la permanenza di limitazioni eccessive e spesso non giustificate dalla situazione epidemiologica all’attività d’impresa: è possibile limitare i danni a queste imprese con un semplice atto amministrativo immediato“.
Gli altri settori
Ma la richiesta non si ferma al solo settore della ristorazione. “Tutti i settori dell’economia umbra – prosegue Confartigianato – hanno diritto alla possibilità di riprendere anticipatamente l’attività, per la minore incidenza del contagio: c’è bisogno di provvedimenti efficaci e coraggiosi, riteniamo che sarebbe inammissibile far passare del tempo invano per esitazioni o indecisioni del tutto ingiustificate“.