Usciti allo scoperto i nomi degli imprenditori che vogliono realizzare lo stadio, si guarda al futuro assetto societario
Ora che gli imprenditori che stanno per presentare al Comune – come anticipato da Marco Taccucci di Umbria Tv – il progetto da 50 milioni per il nuovo Curi, si guarda anche a quei nomi che sarebbero interessati ad entrare anche nella proprietà del club. Una soluzione per portare nuovi capitali, ma senza sostituire la proprietà – come invocato dalla tifoseria biancorossa – dato che nello stesso progetto per il nuovo stadio è presente anche Massimiliano Santopadre.
Insomma, al momento non c’è nessuna vendita del club all’orizzonte. Se non con il pacchetto completo, comprensivo del nuovo Curi, quando sarà realizzato.
La cordata per lo stadio e gli indizi su chi può investire sul Perugia
Il nome al quale si guarda con speranza per rinforzare economicamente il Grifo è quello Giulio Benni, l’imprenditore marchigiano (amico personale di Santopadre) titolare della catena di abbigliamento sportivo King Sport.
Nella cordata c’è anche il perugino Simone Minestrini, dei Grandi Magazzini Fioroni, che però partecipa al progetto a titolo personale, senza impegnare il gruppo.
Gianpiero Romani di Prometheus srl e Mauro Ricci della palestra Anytime (e vice presidente dell’Ellera Calcio) sono interessati, per le rispettive competenze, anche a partnership con la società per i servizi alla squadra nella preparazione atletica, recupero e riabilitazione.
Gli altri nomi sono funzionali all’investimento del nuovo stadio e del centro polifunzionale che verrà creato a Pian di Massiano: il costruttore Francesco Maria Lana; Claudio Umbrico della Sea di Marsciano e l’azienda perugina di impianti Greencore; l’immobiliarista emiliano Alberto Bertani; la Centro Impianti di Mirco Campagnoli.
Oltre allo Studio Gau di Zavarella, che ha firmato il progetto, coinvolti nell’operazione la Santucci&Partners di Salvatore Santucci, e gli avvocati Daniele Spinelli e Aurelio Forcignanò, quest’ultimo già direttore di Confindustria Perugia e Umbria.
Il nuovo Curi
Il progetto da 50 milioni (rispetto ai 30 inizialmente previsti, anche a causa della lievitazione dei costi di produzione) prevede la realizzazione di un moderno stadio da 18mila posti, tutti al coperto. Nell’ala est, quella verso il centro storico di Perugia, sorgerà un albergo e un ristorante.
Il coinvolgimento dei partners prevede la realizzazione di un centro riabilitativo. E una galleria commerciale con negozi e una palestra.
Per venire incontro alle esigenze del Comune, prevista anche la realizzazione della nuova sede della polizia locale.
Procedure e tempi
Dopo la presentazione ufficiale al sindaco Romizi, che dovrebbe avvenire a giorni, il Comune dovrà attuare una procedura pubblica, lasciando tre mesi di tempo ad eventuali altri imprenditori interessati a presentare un ulteriore progetto. Solo a quel punto potrà essere attivata la conferenza dei servizi per arrivare al rilascio delle autorizzazioni. Quindi il via ai lavori, con i tempi stimati in circa due anni e mezzo. Durante i quali il vecchio Curi dovrà essere smantellato, perché risulterebbe più costoso lavorare lasciando attivo l’impianto. Il Perugia Calcio ha già un accordo per disputare le sue partite interne nello stadio Barbetti di Gubbio.
I lavori sull’attuale stadio congelati
Proprio l’imminente avvio dell’iter per il nuovo stadio ha per il momento congelato il programma dell’amministrazione, già finanziato, per l’adeguamento sismico di tutto il vecchio Curi. Che finora ha interessato solo la Curva Nord, chiusa per alcune settimane e riaperta ora in tutta la sua capienza.
Nel frattempo, però, la Commissione provinciale vigilanza ha dichiarato inagibile la Gradinata (quella dove, durante la chiusura della Nord, era stati trasferiti anche gli ultras). Insomma, se non si farà presto o se qualcosa si incepperà nell’iter per il nuovo stadio, il Perugia rischia di dover giocare le sue partite interne in un impianto con le tribune dimezzate.