La mafia, ormai da tempo, non stringe nella sua morsa solo il sud Italia. È stata invece in grado di penetrare anche nel tessuto economico del centro e del nord del nostro paese, stringendo legami con la finanza locale. I settori più deboli e a rischio di infiltrazione mafiosa sono il mercato della droga, gli appalti edilizi e il racket legato alle attività commerciali. Questo il messaggio che ieri, 14 ottobre, la fiaccolata antimafia tra le vie di Ponte San Giovanni ha voluto inviare alla popolazione. Tra i partiti presenti, Sel e Idv: quest’ultimo ha voluto promuoversi come portavoce della legalità, per chiedere che si risani la zona sequestrata al clan dei Casalesi, proprio a Ponte San Giovanni: qui la camorra possedeva 300 appartamenti in costruzione, e due alberghi come il Domo e il Giardino, insieme ad altri 4 terreni. L’operazione “Apogeo” condotta dal Ros dei Carabinieri, dal Gico di Perugia e Firenze e dalla Guardia di Finanza aveva portato a debellare questo focolaio mafioso poco più di un mese fa. L’appoggio alla manifestazione di ieri sera per dire no a tutte le mafie è stato dato, oltre che da Libera, anche dalle associazioni di categoria, dai sindacati e dai comitati dei cittadini. La fiaccolata ha preso il via dal Cva di Ponte San Giovanni, in Via della Scuola, alle 20:30. Il corteo si è snodato lungo la Via Adriatica fino a sostare proprio davanti alle case sequestrate ai Casalesi. Numerosi gli striscioni, al grido di “Contro tutte le mafie”. Nell’ambito dell’iniziativa, si è tenuta ieri presso il Palazzo della Provincia di Perugia la presentazione del libro “La mafia in Umbria. Cronaca di un assedio”, durante la quale, alla presenza dell’Assessore regionale Stefano Vinti, l’autore Claudio Lattanzi, ha fornito un quadro preoccupante della situazione in Umbria: “La criminalità organizzata sta aggredendo la nostra regione in maniera abbastanza sistematica ormai dalla fine degli anni Novanta – ha spiegato Lattanzi –. Gli umbri si trovano a dover fronteggiare la mafia ormai trasformatasi in impresa, cioè nella sua versione più aggiornata ed insidiosa. Un pericolo di questo tipo è più difficile da individuare – conclude in giornalista – per questo motivo sembra invisibile e sono in molti a non rendersi conto della guerra silenziosa che è stata dichiarata all’Umbria”.
(Ale.Chi.)
Foto di Stefano Dottori