Un Decreto consistente e di fondamentale importanza per poter affrontare la Fase 2 della battaglia alla pandemia da Covid-19, quello presentato in diretta nazionale dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte.
Molte le indicazioni che andranno a regolare distanziamento sociale, spostamenti, lavoro e sport a partire dal 4 maggio e fino al 17 (dal 18 maggio ci sarà un nuovo Dpcm e nuove disposizioni).
Qui il testo integrale del nuovo Dpcm 26 aprile.
Non mancano certo i dubbi e le critiche, nonostante i punti affrontati dal dpcm siano a 360 gradi su molti aspetti che regoleranno la vita dei cittadini italiani. Stesse indicazioni a livello nazionale a prescindere della regione e dalle performance di gestione dell’emergenza sanitaria.
Innanzi tutto non si fa cenno in questo atto a nuove agevolazioni finanziarie, aiuti economici a supporto a singoli e famiglie in difficoltà, aziende in riapertura ed enti locali.
Altro motivo di critica, è il “punto mascherine“, che in apertura di conferenza stampa il presidente affronta subito, quasi a volersi togliere il pensiero, comunicando l’imposizione del prezzo calmierato non superiore a 0,50 e l’esenzione IVA. Nessun cenno agli approvvigionamenti delle stesse, la cui disponibilità, vista la graduale ripresa di spostamenti dei cittadini e la riapertura di siti produttivi e considerata l’obbligatorietà ad indossarle potrebbe tornare a mancare.
Nessuna soluzione prevista per chi, dovendo tornare a lavorare, non sa a chi affidare i propri figli. Un tema centrale e ormai urgente, che non può essere lasciato nelle mani delle famiglie.
Mancanza di indicazioni per la gestione del trasporto pubblico locale, quantomeno sul distanziamento sociale ritenuto sicuro e numero massimo di passeggeri per vettura.
Tra le prime reazioni, immediatamente dopo il termine dell’intervento di Giuseppe Conte, c’è quella del presidente della CEI e cardinale di Perugia, Gualtiero Bassetti, che ha espresso delusione per la mancata riapertura delle celebrazioni religiose.
Nessun cenno infine alla ripresa del settore turistico e ancora attesa per la ripresa dei servizi alla persona, che dalle dichiarazione di Conte dovrebbero riprendere a giugno.
Di seguito un breve riassunto dei principali punti del decreto:
Sono confermati gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità e per motivi di salute. Si aggiungono “gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento e vengano utilizzate le mascherine”
Gli spostamenti tra regioni sono ancora vietati, semtre eccezion fatte le comprovate esigenze di cui sopra, e resta vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici e privati.
Aprono parchi, ville e giardini pubblici sempre mantenere il metro di distanziamento sociale e con il divieto di assembramenti. Per i bambini, al contrario delle bozze circolate, rimangono chiusi i parchi giochi.
Al momento poco cambia per gli esercizi al dettaglio, che potranno forse riaprire con regole da definire a partire dal 18 gennaio.
Restano aperti dunque gli esercizi commerciali che già a oggi erogano servizi di prima necessità.
“Sono sospese le attività commerciali al dettaglio. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie”.
Dal 4 maggio, qualche piccola differenza per il mondo della ristorazione per la quale “resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio” ma si aggiunge il servizio di “asporto fermo restando l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di un metro, il divieto di consumare i prodotti all’interno dei locali e il divieto di sostare nelle immediate vicinanze degli stessi”.
Per quanto riguarda il lavoro di uffici pubblici e privati, resta confermato ancora l’invito a svolgere le proprie mansioni e servizi in modalità di lavoro agile.
Resta confermata l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico-chirurgici nonché di prodotti agricoli e alimentari.
Per quanto riguarda le attività produttive industriali, potranno continuare la propria attività o riaprire solamente le aziende che per codice ATECO saranno menzionate nell’allegato 3 del dpcm: edilizia, pesca, industrie tessili e di abbigliamento, fabbricazione di veicoli, produzione di software e hardware e varie altre. Lista che potrà essere comunque variata, in disponibilità del Ministero del Lavoro.
Chi potrà, dal 4 maggio, riprendere l’attività produttiva sarà autorizzato a rientrare nelle aziende già dal 27 aprile per le propedeutiche alla riapertura.
Confermato lo stop a ogni tipo di gara e competizione, ma possono ripartire gli allenamenti “degli atleti, professionisti e non professionisti riconosciuti di interesse nazionale nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, a porte chiuse, per gli atleti di discipline sportive individuali”.
Gli impianti sciistici restano chiusi.
Dopo mesi in cui per necessità di tipo sanitario non abbiamo potuto dare l’estremo saluto ai nostri cari, dal 4 maggui “saranno consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di parenti di primo e secondo grado e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando mascherine protettive e rispettando rigorosamente le misure di distanziamento sociale”.
Restano vietati gli assembramenti di ogni tipo, di fare eventi, manifestazioni di ogni tipo, “compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato”. Stesso dicasi per le cerimonie civili e religiose (fatta eccezione per i funerali), i congressi, le riunioni, i meeting.
Ancora chiusi cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche, musei e degli altri istituti e luoghi della cultura.
Sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, centri culturali, centri sociali, centri ricreativi.
Restano chiusi gli istituti scolastici, vietati i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche
Il prezzo del mancato rispetto delle regole da parte dei cittadini italiani, potrebbe comportare il rialzarsi della curva di contagio e di un inevitabile secondo lockdown.
La diretta alla Nazione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il punto della situazione e le indicazioni a partire dal 4 maggio.
C’è grande attesa per la conferenza stampa che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha annunciato per le 20:20 dopo la firma del DPCM che di fatto darà l’avvo alla Fase 2, nella gestione della pandemia da coronavirus Covid-19
Nel pomeriggio le Regioni sono state convocate in video conferenza per seguire i lavori e presentare le proprie istanze su quelle che saranno i prossimi passi per gestire la crisi sanitaria, sociale ed economica.
L’Umbria si attende indicazioni chiare. Tanti i nodi da chiarire; quali attività potranno riaprire, quali spostamenti saranno autorizzati, quali aiuti per chi torna a lavorare e non riesce a gestire la famiglia che deve rimanere a casa.
Ma la Regione è già pronta con misure che potrebbero essere alterative e di aiuto al tessuto economico e sociale, nel caso il dpcm prevedesse misure ancora troppo restrittive, rispetta a un territorio che sta ormai tenendo sotto controllo la curva del contagio ormai da diversi giorni.