Il Consiglio comunale di Gubbio (in remoto) esprime “in modo chiaro ed inequivocabile il ‘No’ all’incenerimento del Css (Combustibile Solido Secondario) in qualsiasi forma“ nelle cementerie Colacem e Barbetti per la chiusura del ciclo dei rifiuti in Umbria.
Approvata mozione “condivisa”
E’ questa la premessa della mozione della maggioranza (Led, Scelgo Gubbio, Socialisti), condivisa da Pd e M5S, approvata ieri sera alle 21.46 (dopo quasi 6 ore di dibattito) con 20 voti favorevoli e 3 astensioni (quelle della Lega).
La richiesta delle cementerie
Lo scorso 25 maggio, infatti, le due cementerie eugubine hanno presentato alla Regione una richiesta di modifica non sostanziale dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) per utilizzare Css-combustibile nelle proprie attività: un’istanza, quest’ultima, dettata da esigenze di natura aziendale, dovute alla necessità di adeguamento alle norme europee in materia di emissioni e quote di CO2. Entrambe le aziende hanno infatti manifestato come una eventuale negazione di tale autorizzazione porterebbe ad una riduzione dell’attività degli impianti e a ricadute sul piano occupazionale.
Comune e cittadini “ignorati”
La modalità di richiesta da parte delle cementerie per poter bruciare Css nei propri impianti è però un procedimento semplificato, che di fatto esclude la partecipazione formale del Comune (con la conferenza dei Servizi) e dei comitati di cittadini, quest’ultimi fortemente preoccupati per i possibili risvolti ambientali e l’impatto sulla salute pubblica.
Cosa chiede la mozione
Il testo “condiviso” della mozione approvata in Consiglio (riveduto con gli emendamenti proposti da Farneti, Goracci e Presciutti Cinti) dà quindi mandato a sindaco e Giunta di sollecitare la Regione a una chiara ed inequivocabile presa di posizione rispetto agli intendimenti e alle iniziative che vuole adottare per la chiusura del ciclo dei rifiuti in Umbria.
Si pretende, inoltre, che il Comune di Gubbio venga direttamente coinvolto per essere parte attiva in tutti i passaggi cruciali della vicenda autorizzativa, a partire dall’oggettiva necessità di insediare una conferenza dei Servizi per valutare tutte le implicazioni tecniche e favorire massima partecipazione democratica e trasparenza in tutti i passaggi. Nel caso in cui tale richiesta non venisse accolta, infine, viene chiesto di adottare provvedimenti, anche legali, in conformità con l’indicazione europea relativa al principio di precauzione.
La mozione richiede infine dati e informazioni dettagliate a enti di controllo, associazioni, aziende coinvolte e, in generale, a chiunque possa fornire un contributo efficace in termini di approfondimento di tutti gli aspetti connessi alla complessa tematica in oggetto, ivi inclusi quelli in materia di salute pubblica, indagini epidemiologiche e ambiente, garantendo così lo svolgimento di un dibattito serio, pacato e non ideologico in Consiglio Comunale e con la cittadinanza.