È stato bocciato dal Consiglio Comunale, riunitosi ieri pomeriggio (23 maggio) e poi conclusosi per assenza di numero legale, l’atto che proponeva di adottare anche a Perugia il cosiddetto ‘baratto amministrativo‘. Un atto già passato all’unanimità in Commissione a Palazzo dei Priori, dunque con i voti anche della maggioranza, che ieri hanno però deciso di rigettare la pratica, astenendosi. L’odg era stato proposto dal consigliere comunale Tommaso Bori (Pd), e riguardava la “riduzione dai tributi locali e pagamento della tasse in debito tramite interventi per la riqualificazione del territorio (cosiddetto baratto amministrativo)”.
Il baratto amministrativo è previsto per legge nello Sblocca Italia: in tanti comuni d’Italia e dell’Umbria è già realtà, come ad esempio a Terni, a Città di Castello o nella più piccola Monteleone di Spoleto. Prevede inoltre di ridefinire il rapporto tra la pubblica amministrazione e il cittadino o le associazioni, soprattutto nel poco amato campo delle tasse e dei tributi. La stessa proposta in sede di Consiglio Comunale a Perugia, attraverso un apposito regolamento, avrebbe permesso a cittadini e famiglie in difficoltà economiche, di pagare i tributi locali proprio con il ‘baratto’, probabilmente consentendo anche la riduzione o l’esenzione totale dalle tasse locali per chi svolge attività di volontariato o lavori di manutenzione, cura del verde, decoro urbano o pulizia di aree pubbliche.
L’argomento a Palazzo dei Priori era in realtà già stato affrontato, dopo l’approvazione di un odg dei Fratelli d’Italia. A riguardo, il consigliere di Fratelli d’Italia – AN Clara Pastorelli ha dichiarato: “quando ci sono buone proposte per la città la sinistra prima non le vota e poi vuole riproporle, pretendendo di fare la morale. La prossima volta meglio pensarci prima di fare una brutta figura. La proposta, firmata da me e dal collega Stefano Mignini,” ricorda Pastorelli “è stata depositata il 6 Febbraio 2015 e riportava le stesse previsioni che a distanza di mesi chiede il consigliere Bori, ovvero concedere ai cittadini o alle associazioni delle agevolazioni di natura fiscale in cambio di lavori di cura e manutenzioni del patrimonio pubblico.”
Rosetti (M5S) ha chiarito che, essendo la materia disciplinata da una legge nazionale, potrà essere applicata a Perugia solamente a seguito dell’adozione di uno specifico regolamento. Atto che all’oggi non è passato per il consiglio comunale e, dunque, non esiste. TUttavia, secondo il capogruppo M5S, l’odg di Bori era votabile perché non incide sulla regolamentazione del baratto, ma fornisce una spinta all’attività del gruppo di lavoro già costituito, i cui risultati stentano a concretizzarsi.
Necessaria a quel punto la risposta da parte della giunta, la quale, attraverso le parole dell’assessore Cristina Bertinelli, ha riferito che ad ottobre 2015 “la giunta ha istituito un gruppo di lavoro per studiare l’articolo di legge sul baratto amministrativo, essendo particolarmente complesso da applicare. Il gruppo si è messo alacremente all’opera confrontandosi anche con vari organismi nazionali che si sono nel tempo occupati della materia. Per questo l’iter ha subito dei rallentamenti. Al termine dello studio il gruppo ha presentato un documento che è stato oggetto di esame da parte della giunta. Quest’ultima, di conseguenza, ha deciso di approfondire ulteriormente la tematica, onde valutare la possibilità di estendere il baratto ai cosiddetti ‘debiti pregressi’. Mentre il gruppo di lavoro valutava tale aspetto, è intervenuta una sentenza della corte dei conti che ha escluso l’applicabilità del baratto per i debiti pregressi”.
A Perugia tuttavia, i voti favorevoli di Nilo Arcudi (Socialisti Riformisti), Erika Borghesi, Mirabassi Alvaro, Alessandra Vezzosi, Tommaso Bori, Sarah Bistocchi e Leonardo Miccioni (Pd), Stefano Giaffreda e Cristina Rosetti (M5S), Piero Sorcini e Antonio Traccheggiani, non sono bastati a battere l’astensione della maggioranza civica e di centro-destra rappresentata da Castori, Varasano, De Vincenzi, Leonardi, Nucciarelli, Romizi, Cenci, Felicioni, Luciani, Pastorelli, Scarponi.
“L’amministrazione è colpevolmente in ritardo su questo tema – ha commentato Tommaso Bori in una sua nota – approvato da moltissimi comuni italiani ed anche in Umbria, la legge è del 2014 e, nonostante siano passati due anni, Perugia ancora non ha fatto nulla Evidentemente alla maggioranza di Palazzo dei Priori non interessa favorire i cittadini in un tema spinoso come quello della tassazione quanto invece dimostrare la propria protervia e arroganza contro chi fa proposte serie e costruttive”.
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Aggiornato ore 15.16