di Sergio Grifoni (*)
In questi ultimi giorni tutti i quotidiani locali hanno riportato gli interventi trionfalistici che alcuni rappresentanti della maggioranza ed i Responsabili dell'ASL3, hanno fatto in occasione del recente Consiglio Comunale sui problemi della salute in generale e del nostro Ospedale in particolare.
In tale occasione ho portato il mio contributo di analisi, di idee e di proposte, con un intervento, ritengo costruttivo, ma “non allineato”, che vorrei sintetizzare per onore di cronaca e verità..
Ho innanzitutto lamentato l'assenza dell'Assessore Regionale, Maurizio Rosi, l'unico che avrebbe potuto fornirci risposte ed assicurazioni politiche, soprattutto per il futuro del nostro Nosocomio.
Senza l'illustre interlocutore, la riunione ha assunto soltanto un carattere tecnico ed informativo, comunque utile, ma non esaustivo.
Ho chiaramente ed onestamente riconosciuto l'impegno e la capacità della dott.ssa Rosignoli, e dei suoi collaboratori, nel gestire in questi ultimi anni la macchina sanitaria, portando l'ospedale spoletino ad una condizione strutturale e tecnologica di indiscutibile accettabilità.
Ho affermato che, grazie soprattutto alla professionalità, alle capacità ed alla disponibilità del personale medico e paramedico, l'ospedale spoletino riscontra un forte apprezzamento, sia per la qualità di vita dei ricoverati, che per i servizi giornalieri erogati.
Tutto questo però riguarda l'oggi.
La mia preoccupazione, unitamente a quella di tante entità associative e non, è che con il tempo gran parte di queste peculiarità potrebbero perdersi.
Tutta la città, per esempio, ha lottato nel recente passato per far rimanere nel nostro ospedale il servizio, 24 ore su 24, dell'emergenza-urgenza.
Tale condizione, anche se il Piano Regionale lo prevede, resterà però soltanto se si potranno garantire sempre quei parametri di operatività e di servizio.
Ed allora ho chiesto: visto che due ospedali vicini non possono avere il tutto ed il meglio di tutto, perché non si avvia un tavolo di concertazione dove, una volta per tutte, si mette nero su bianco e si stabilisce, ferma restando l'emergenmza-urgenza, cosa rimarrà a Spoleto e cosa a Foligno?
Io l'ho chiesto, ma non c'era l'assessore Rosi che poteva rispondermi!
Ho anche fatto notare come, fra qualche anno, alcuni nostri primari ospedalieri andranno in pensione: verranno sostituiti o ci invieranno un aiuto da Foligno, lasciando la titolarità del primariato nella città della Quintana?
Non voglio essere pessimista ad ogni costo ma, visto qualche precedente, è meglio tutelarsi.
Per essere tranquilli sulla sbandierata pari dignità fra i due Ospedali in parola, ho infine proposto la costituzione di una Commissione, formata da Consiglieri Comunali di Foligno e di Spoleto che, attraverso visite guidate ed incontri mirati, abbiano la possibilità di verificare in maniera esaustiva:
1) la capacità strutturale fra i due ospedali;
2) gli investimenti fatti e programmati da una parte e dall'altra;
3) la consistenza tecnologica e la produttività;
4) il personale in forza nei due nosocomi, sia dal punto di vista numerico che professionale,
5) i tempi di attesa per i vari esami diagnostici.
Un confronto reale e costruttivo che, senza polemiche preventive, aiuti a realizzare concretamente collaborazioni e sinergie, azioni indispensabili per meglio tutelare la salute dei cittadini.
Continuerò a chiedere tutto questo, fino a quando non mi daranno una risposta esauriente.