Commissario liquidatore "infedele", confiscati immobili e beni a Foligno per 380mila euro - Tuttoggi.info

Commissario liquidatore “infedele”, confiscati immobili e beni a Foligno per 380mila euro

Redazione

Commissario liquidatore “infedele”, confiscati immobili e beni a Foligno per 380mila euro

Sentenza definitiva per colui che era stato nominato come commissario liquidatore di una società: condannato a 2 anni e 6 mesi
Mer, 19/03/2025 - 12:28

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Era stato nominato dal ministero dello Sviluppo economico quale commissario liquidatore di una società di Vibo Valentia ma si era appropriato di ingenti somme di denaro. Per questo un professionista di Foligno è stato condannato – patteggiando la pena – ed ora sono finiti sotto sequestro immobili e beni nella città della Quintana per un valore di 380mila euro.

I finanzieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno infatti dato esecuzione a un provvedimento del locale Tribunale che ha disposto la confisca di beni di proprietà di un soggetto destinatario di sentenza irrevocabile di condanna per il reato di peculato e reati fallimentari a seguito di patteggiamento.

Il valore dei beni sottoposti a confisca, costituiti da fabbricati e terreni, ubicati nel territorio del comune di Foligno, e disponibilità finanziarie, ammonta a circa 380.000 euro.

Le indagini coordinate e dirette dal Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Camillo Falvo e dal Sostituto titolare del fascicolo ed eseguite dal Nucleo di polizia Economico-Finanziaria e dalla Sezione di polizia giudiziaria, avevano permesso di appurare come l’imputato, nominato dal ministero dello Sviluppo Economico quale commissario liquidatore di una società vibonese operante nel settore “Ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle altre scienze naturali e dell’ingegneria”, posta in liquidazione coatta amministrativa, si fosse appropriato, nel tempo, di ingenti somme di denaro della procedura concorsuale attraverso assegni e bonifici, privi di qualsiasi giustificazione, in favore proprio, nonché a beneficio di un altro soggetto e di una società riconducibile al proprio nucleo familiare.

In particolare, dagli accertamenti svolti era emerso che il commissario liquidatore avesse aperto due conti correnti intestati alla società in liquidazione coatta amministrativa, uno solo dei quali veniva reso noto al Ministero dello Sviluppo Economico, e tramite gli stessi effettuasse importanti movimentazioni di denaro senza fornire alcuna rendicontazione né documentazione giustificativa, procurando così un indebito vantaggio economico a sé e a soggetti a lui vicini, causando al contempo un danno patrimoniale di rilevante gravità alla società in liquidazione e ai creditori della stessa, quantificato in 864.396 euro.

Con la sentenza, oltre alla confisca, all’imputato è stata applicata la pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione, e dichiarata l’inabilitazione all’esercizio di imprese commerciali e dell’esercizio di uffici direttivi presso qualsiasi impresa.

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