Il processo per appropriazione indebita messa in atto da una commercialista dell’assisano non continuerà nel merito. I reati contestati alla “commercialista infedele” sono stati dichiarati prescritti dal giudice come richiesto dall’avvocato Carla Archilei, che difende la donna, tra le proteste dei legali di parte civile Pasquale Perticaro e Federico Calzolari.
La commercialista era accusata di essersi appropriata della documentazione contabile appartenente ai clienti e di 153.000 euro in che i clienti, in contanti o assegni, le avevano consegnato per adempiere agli obblighi contabili. Come emerso dalle prime testimonianze, quando sono cominciate ad arrivare le prime cartelle (c’è chi è stato raggiunto da avvisi di pagamento da venti e quarantamila euro) la professionista avrebbe parlato di “cartelle pazze”, alle quali avrebbe pensato lei.
Ma quando i clienti hanno capito di essere stati truffati, contro la donna sono state sporte circa trenta denunce (tra le vittime anche un prete che aveva affidato alla professionista la contabilità della parrocchia), che hanno portato a tre processi; la prima sentenza oggi dice che i fatti, essendo accaduti quasi dieci anni fa, sono prescritti.
In questa prima sentenza, emerge che la truffa non verrà quindi valutata nel merito, né i clienti avranno un risarcimento.
Il danno stimato è di almeno 500mila euro, anche se non tutti i clienti hanno denunciato e la cifra 153.881 euro “che i clienti in contanti o mediante assegni, le avevano consegnato per provvedere al pagamento delle somme dovute all’Erario o agli enti previdenziali”, ma mancano molti clienti che non hanno sporto querela a causa di truffe per cifre basse, inferiori ai mille euro.
La donna, come riporta il Corriere dell’Umbria, è tuttora ancora a processo per altri due procedimenti. Ha inoltre querelato alcuni ex clienti per il mancato pagamento di alcune parcelle.