Da.Bac.
Non è stato proprio uno scorcio ideale di Città di Castello quello riportato, la sera di giovedì 23 gennaio, da uno dei 13 “spot-pillola” finanziati dalla Regione Umbria, in onda prima delle puntate di “Don Matteo 9”. Il filmato doveva avere l’obiettivo di promuovere la città altotiberina, i suoi prodotti e le sue eccellenze ma non è stato proprio così. E molti tifernati hanno storto la bocca.
Lo spot inizia in una strada polverosa di campagna, dove tre dei protagonisti delle serie, Nino Cecchini (Nino Frassica), Giulio Tommasi (Simone Montedoro) e la piccola Martina (Emma Reale), passeggiano con un piccolo cane volpino. Per tutta la durata dello sketch (circa due minuti), in effetti, i due adulti non fanno altro che parlare del prodotto tipico tifernate, tanto che la battuta più intelligente sembrerebbe quella affidata alla bambina: “Ma com’è fatto un tartufo?”. Per il resto viene inquadrata per tre volte la veduta principale della città, le torri e i campanili, “offuscata” però da una preminente vegetazione. Solo i tifernati avrebbero potuto riconoscere il famoso campanile rotondo che si intravede tra gli alberi.
L'accenno a Burri – “Oltre ai tartufi” come dice il capitano Giulio Tommasi alla piccola Martina, “Città di Castello è anche patria di una grande artista: Alberto Burri”. All'interessante commento aggiuntivo, però, non è seguito nessun accenno alle opere, né al genere artistico né ad ulteriori dettagli riguardanti il maestro dell'Arte Informale. E’ bastato solo pronunciarne il nome.
Il cagnolino – Lo sketch, per quanto riguarda la promozione di Città di Castello, finisce qui e, anzi, lascia in ansia i telespettatori per la fuga inaspettata del piccolo cane di Frassica, assoluto protagonista della trama dello spot. Forse un’ingenuità quella di puntare sul tenero animale, visto che la città, rispetto a quest’ultimo, rimane “sullo sfondo” per ben due volte.
Sicuramente potevano essere considerati elementi importanti come la Mostra Nazionale del Cavallo o il Festival delle Nazioni; monumenti d’interesse come i Palazzi Vitelli “a Sant’Egidio” e alla Cannoniera”, il Duomo e la Torre Civica; altre celebrità come i tifernati Celestino II, papa dal 1143 al 1144, e Monica Bellucci. Ci rendiamo anche conto, però, che riassumere la storia di Città di Castello in soli due minuti sarebbe stata impresa ardua per chiunque.
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